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lunedì 23 novembre 2009

Sai Baba mi ha consegnato nelle mani di Swami Roberto

(Testimonianza di Alberto Chitti)

Da qualche tempo mi capita di sentirmi rivolgere questa domanda: “Come hai conosciuto Maestro Roberto?".Forse anche a voi hanno rivolto questa stessa domanda. La mia risposta breve è la seguente:
"Sai Baba mi ha consegnato nelle mani di Swami Roberto e di Anima Universale".Quella più articolata è invece la seguente: Gabriella ed io abbiamo conosciuto Sri Sathya Sai Baba nel 1995, attirati a Puttaparthi dalle tante storie meravigliose che circondavano questo Maestro.

Per sei anni siamo andati due o tre volte l’anno in India nei suoi ashram e lì abbiamo smussato gli angoli duri della nostra personalità e delle nostre anime.
A maggio 2001 siamo andati “in pellegrinaggio” a Whitefield per ringraziare Baba per aver guidato i medici e la scelta delle cure che hanno portato alla guarigione di mia moglie Gabriella da un terribile cancro al seno.
In quei giorni nell’ashram c’era molto movimento: si cercavano persone tra i devoti per portare degli aiuti umanitari dall’Italia in Gujarat, squassato quattro mesi prima da un furioso terremoto. Il mio amico Max (che alcuni di voi conoscono) mi ha fatto la proposta di venire anch’io. Ero indeciso e mi sono detto: “farò decidere Baba, scriverò una lettera e domani la presenterò al darshan; se Baba la prende sarò della spedizione senz’altro, se non la prende non verrò”. E così avvenne che la mia lettera fu presa insieme a poche decine di altre in un ashram colmo di alcune migliaia di persone. Era il via libera che aspettavo.
Ero felice, eccitato, i viaggi mi hanno sempre attirato...
Un mese dopo mi ritrovai in un albergo, vicino all’aeroporto di Mumbai con altre otto persone compreso il capo spedizione Luigi, presidente di un’associazione di Rimini chiamata “il Seme dell’Amore”, in attesa che i tre Tir (allestiti in Anima Universale) e giunti nel frattempo dall’Italia via mare, fossero sdoganati e caricati sulle motrici per coprire i più di 1.000 km di percorso fino a Buji, capitale dello stato del Gujarat.
Abbiamo aspettato una settimana per le infinite pratiche burocratiche ed abbiamo speso quel tempo per conoscerci meglio, fare squadra; poi, all’improvviso, una sera siamo partiti. Si capì subito che l’impresa non si presentava facile, infatti così fu. Avemmo molte difficoltà ed imprevisti; viaggiammo due notti e tre giorni con alcune ore di sosta sul ciglio della strada, di notte, al buio pesto. Personalmente ho legato subito con tutti in special modo con tre ragazzi che poi mi spiegarono essere sacerdoti di un Movimento Spirituale con sede a Torino, e che seguivano il loro Maestro. Ero affascinato dalla loro buona volontà, dalla discrezione e dall’impegno profuso durante tutta la missione; vi confesso: mi sono innamorato di loro e dell’Amore che donavano alle persone intorno a loro. Erano ramia Carlo Bertacche, ramia Franco Pellicciaro e ramia Andrea Gazzano.
Una volta rientrati in Italia, il loro ricordo e l’esperienza forte appena vissuta, mi hanno fatto ripensare molte volte a quei giorni, parlandone in termini entusiastici con mia moglie Gabriella ed insieme abbiamo pensato: “Se questi sacerdoti sono così amorevoli, pensa come potrà essere il loro Maestro!"L’esca del loro Amore ha funzionato e cosi dopo un paio di mesi, assieme a Max d’Orlando e a Francesco Lafratta abbiamo deciso di conoscere il Maestro ispiratore di tale sublime realtà. Subito Gabriella ed io abbiamo “sentito” la sacralità del Movimento Spirituale di Anima Universale e il dono di Dio rappresentato dal suo Maestro.
Ecco, la consegna dei nostri corpi e delle nostre anime da parte di Sai Baba, si era compiuta. Ciò che cercavamo in India, lo abbiamo trovato qui, in Italia e si chiama Swami Roberto e la grande Famiglia di Anima Universale.
Sia lode a Dio. Alleluia!
Alberto Chitti(Ostia, Roma)