lunedì 21 marzo 2011

Diversamente uguali

Almeno dai tempi della rivoluzione francese è noto a tutti che l'uguaglianza è un principio irrinunciabile per una società umana che voglia dirsi “civile”, rispettosa degli identici diritti fondamentali di ogni persona.
A distanza di secoli è evidente che questo obiettivo è ancora ben lungi dall'essere generalmente raggiunto... viste le condizioni anche drammatiche in cui vivono le popolazioni di numerose nazioni, in varie parti del pianeta.
Invece... in quella parte di mondo “sviluppato” dove si è in effetti giunti ad elaborare sistemi legislativi fondati su principi egualitari tra tutti i cittadini... si è anche diffusa una imbrogliona "controfigura" del nobile principio dell'uguaglianza, vale a dire l'appiattimento, una subdola dottrina conformista orientata verso una civiltà di "tutti uguali" che mette al bando ogni forma di diversità.
“In varietate concordia”... “nella varietà c'è concordia” dicevano gli antichi, consci dell'importanza anche sociale di rispettare la diversità, ed è proprio questo il primo passo “rivoluzionario” da fare per imboccare la strada che porta a costruire l'uguaglianza autentica, che non è livellamento quanto invece capacità di rispettare pienamente chi è diverso da sé.
Solo partendo da questo basilare principio si può costruire una società dell'uguaglianza che sia realmente fraterna e che consenta a ciascuno di esprimere la sua singolarità spirituale, “diversamente-uguale” a quella di qualsiasi altro componente dell'unica famiglia umana.

« Chi è il prossimo?
Il prossimo non è solo colui che cerchi, o che desideri avere accanto...
È soprattutto colui che incontri senza averlo desiderato.
Il prossimo è il differente, il diverso da te, l'altro.
Riconoscerlo è donargli uno spazio vitale e far trionfare il rispetto:
Il primo “spazio” di un essere umano, il principale, è nella sensibilità di un altro uomo che lo aiuta e lo rispetta.»

(Swami Roberto)