Tutti sanno, almeno per sentito dire, che non bisogna lasciarsi irretire dall'apparenza delle cose ma bisogna fare tutto il possibile per cercare l'essenza... della propria vita e di tutto ciò che ne fa parte.
Nel discorso di cui vi parlo oggi (Dall'Irreale al Reale, Vol II "Ascoltando il Maestro", pag.302), Swami Roberto illustra aspetti e trabocchetti di questa sfida esistenziale che per molti è veramente ostica.“Ricordatevi sempre – dice il Maestro - che quando celebrate la preghiera: “Conducimi Signore dall’irreale al Reale”, pronunciate delle parole che in pratica significano: Signore, aiutami ad entrare nell’essenza, anziché rimanere fermo all’apparenza”.
Si tratta di un intento che coinvolge tutti gli aspetti della vita umana, ma che assume particolare importanza sul piano dell'individuale esperienza religiosa. Qui l'apparenza propone una grande varietà di insidiose trappole, nella forma di percorsi illusori che promettono agevoli conquiste da ottenere attraverso maldestre imitazioni della devozione.
Così l'irrealtà riesce a catturare frotte di credenti poco propensi alla coerenza e al coraggio richiesti dalla spiritualità vera.
“Molti fedeli – dice il Maestro – chiedono solamente di essere aiutati nei loro problemi e si aspettano di ottenere una grazia. Poi però si fermano lì, non sempre vanno oltre, non raggiungono piani di consapevolezza e mete spirituali superiori... e così rischiano, se non ottenessero da Dio le grazie sperate, di perdere quella che loro reputavano fede”.
Questi credenti per così dire “pragmatici” hanno una concezione utilitaristica di Dio, in funzione della quale interpretano la loro vita religiosa come se fosse una polizza di assicurazione contro rischi ed infermità.
E' questa una delle vie maestre attraverso le quali tante forme distorte di fede si radicano negli animi incapaci di resistere alle lusinghe dell'opportunismo, subdolo ispiratore dell'illusione collettiva dell'apparenza.
Per far svanire questa sorta di incantesimo, occorre disporsi ad accogliere la scomoda Voce della Realtà, che denuncia ogni forma di ignoranza spirituale frantumando contraddizioni, compromessi e luoghi comuni.
Questa Voce suona “familiare” a quanti amano frequentare i Centri di Anima Universale, le scuole dello spirito nelle quali le parole del Maestro impediscono all'irreale apparenza di usurpare il Regno della Verità interiore.
"Il Maestro spirituale - sottolinea Swami Roberto - è indispensabile ed è autentico solo quando ti insegna la Conoscenza, ovvero la Via che ti permette di camminare con le tue gambe, senza dipendere dal guru… per dipendere invece da una matura fede in Dio e dalla tua coscienza finalmente adulta, elevata”.
Questo accade a quanti, in Anima Universale, imparano ad abbeverarsi alla Sorgente della Realtà.