Rocco L. mi ha raccontato questa sua sconvolgente esperienza risalente agli anni nei quali il Prof. Pietro Zeglio – libero docente di Medicina e igiene del lavoro all’Università di Torino (1911-1993) – studiava Swami Roberto.
“Ad un certo punto Roberto... ed io ero proprio vicino... entrò in estasi.
Io lo vidi sollevato da terra di una ventina di centimetri...
Ecco come accadde: Roberto era in ginocchio e il mantello lo copriva completamente, quindi non si poteva vedere se era o non era sollevato da terra, ma il prof. Zeglio – il medico che seguiva Roberto – , quando capì che era in estasi, passò la mano sotto il mantello facendo vedere che c’era vuoto!
Che c’era spazio fra le ginocchia di Roberto e il pavimento sotto.
Quindi... già lì rimanemmo attoniti!
Non capivamo cosa succedeva...
Io non avevo mai visto un’estasi...
Durò... minuti, parecchi minuti... diciamo così... cinque minuti... se posso definirlo come tempo, cinque minuti, dieci minuti...
Allora, cosa successe? Ci fu un silenzio enorme.
C’era sempre il professor Zeglio che per capire se Roberto era in estasi, prima iniziò – come dicevo prima – a passare la mano sotto le ginocchia per verificare che era sollevato da terra e poi con un accendino... prese un accendino e Roberto aveva le mani giunte...
Era in ginocchio con le mani giunte... e il prof. Zeglio, andò con l’accendino acceso a dargli fuoco alle mani... passava l’accendino...
E io quasi quasi ero tentato di andargli a dire: ma cosa sta facendo? Lo sta bruciando!
E invece il prof. Zeglio, continuò per un tempo che a me sembrava infinito, a bruciargli le mani...
Io mi immaginavo quell’accendino sulla mia mano e il tempo che passava... e mi dicevo : “Smettila, non bruciarlo più!”.
Invece Roberto non faceva nessun movimento, assolutamente nessun movimento!
Aveva gli occhi rivolti verso il cielo.
Poi l’estasi finì. Roberto come se nulla fosse si alzò e continuò tutto com’era...
Però quei momenti furono intensissimi!”