sabato 2 aprile 2016

Aveva parole più grandi di lui.

Tra le persone che hanno fatto parte dell'infanzia di Swami Roberto, una di quelle che ho conosciuto meglio è Gianna Battistella.
Ogni volta che la incontravo... lei non finiva mai di parlarmi di quel bambino esile che un giorno era entrato nella sua vita, rivoluzionandola... ed oggi sono andato a rileggermi alcune pagine dei quaderni nei quali, prima di salire in cielo, Gianna ha scritto la sua testimonianza:
« La mia vita cambiò improvvisamente quando la mia vicina Antonietta Bonato, mi fece conoscere il suo nipotino, un bambino di nome Roberto. Veniva nel Veneto proveniente da Torino, dove viveva la sua famiglia, per trascorrere le vacanze estive. Era piccolo per i suoi anni... era magro, molto magro...
Io, assieme ai miei figli... avvicinandolo sempre più... abbiamo chiesto a sua nonna di portarlo a casa nostra; e lei tutta contenta mi disse di sì. Da quel giorno casa nostra si fece casa sua.

Roberto cresceva e andava a scuola... e nelle vacanze era dalla nonna... e veniva a casa nostra con i miei figli e altri amici, per parlare della grandezza di Dio.
Aveva parole più grandi di lui.
La gente che si avvicinava rimaneva a bocca aperta, ancora a quel tempo di tenera età parlava della Conoscenza.

Poco per volta la nostra casa si riempiva specie alla sera quando parlava della Conoscenza di Dio come fosse il più grande Maestro che io abbia conosciuto… ed era un bambino… e così tutti volevano conoscere quel fanciullo così ispirato.
Roberto parlava in un modo che tutti, sorpresi, ci chiedevamo quale disegno divino avesse portato nella nostra vita un bambino di quel genere, che parlava come un profeta.
A volte venivano dei parenti o dei conoscenti a trovarci e tutti rimanevano sorpresi di fronte ai discorsi che Roberto faceva su Dio...
Tutti erano d’accordo nel dire che nemmeno Sacerdoti, Filosofi, Maestri o Professori sapevano parlare con saggezza e sapienza, come quel bambino, che guardandolo e ascoltandolo sembrava che non avesse nulla da spartire con il mondo.

Un giorno certe persone del paese sono venute per curiosità sotto proforma che avevano male.
E volevano che Roberto le aiutasse.
Prima che loro arrivassero, Roberto mi disse:
"Stai attenta che fra poco stanno arrivando persone per prendermi in giro.
Sappi che è un avvertimento che voglio darti subito, perché stanno arrivando".

Io l'ho guardato e dissi fra me e me:
"Ma Roberto è matto!".
Dopo alcuni minuti si presentarono 4-5 persone giovani di età fra i 24 e i 26 anni...


 
Appena arrivati mi chiesero di Roberto ed io gli aprii la porta.
In quell’attimo Roberto gli chiese:
"Cosa volete da me ?".
E loro risposero:
"Problemi di salute !".

Lui gli disse: "Non ne avete bisogno, vi dico che siete venuti per prendermi in giro. Andate pure che pregherò per voi"...
Quelle persone sono rimaste immobilizzate, senza parola...
e dissero poi:
"Si, è vero! Siamo venuti per ridere sopra di te"
e si scusarono in tutti i modi con Roberto.
E lui gli disse: "Vi ho già perdonato e pregherò per voi" .
Poi ha ripetuto una seconda volta questa frase.

A quel tempo... pure piccolo... lui vedeva tutto. Io a volte nascondevo delle cose ma non la facevo franca che poi lui scopriva tutto.
Ma io mi chiedevo tra me: "Ma chi può essere questa piccola e grande creatura"... che tutto vedeva e tutto sapeva.
Il bello era che lui fingeva di non sapere nulla, ed invece sapeva tutto.

Mio marito per lungo tempo rimase incredulo ai fatti che succedevano.
Erano più di due anni che aveva un forte dolore ad un braccio e mi sgridava che quando mangiava gli davo un cucchiaio pesante; un giorno guardai mio marito e gli dissi:  
"Perché non ti fai guardare e toccare da Roberto ?"
E lui mi rispose: "Cosa vuoi che faccia, lascia perdere".
Dicendomi così, è come se mi avesse dato uno schiaffo in faccia. In quel momento mi è venuto un pensiero fra me di dire:  
"almeno ti facesse ancora più male, visto che sei cattivo e non vuoi credere".
Nel tempo il suo male continuava; io stessa non gli dissi più niente.
Un giorno, con gentilezza, finalmente fu lui a prendere l’iniziativa e si rivolse a Roberto.
Gli chiese: "Roberto, puoi farmi il favore di toccarmi il braccio ?".
Roberto, subito gentile e buono come sempre, gli pose le mani sopra e disse delle frasi rivolgendosi al Signore.
Passarono i giorni, ed il mese, e mio marito nulla mi disse se gli era passato il dolore... ed io non gli chiesi niente del suo braccio.
Dicevo fra me: “Sei tu che devi dirmi se ti fa male o no”.
Un giorno felice e contento mi disse: “Sai Gianna, da quel momento che Roberto mi toccò è sparito il mio dolore”.
Io gli risposi: “Tanto ti è voluto per capirlo?”.
E da quel momento credette a Roberto, e lo ringraziò e non disse più nulla, anzi cominciò ad ammirarlo per la bontà e l’amore che aveva verso il prossimo ».