Si narra nel Talmud babilonese che Hillel, uno dei più importanti rabbini dell'epoca di Cristo, un giorno fu interpellato da un pagano che gli chiese di poter conoscere rapidamente... nel tempo in cui avrebbe potuto star ritto su una gamba sola... qual era la fondamentale regola da seguire per convertirsi alla sua religione.
Il rabbino dette questa risposta: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te: questa è tutta la Torah. Il resto è commento.” (Talmud babilonese, Shabbath 31a).
Nell'indicare questo principio morale noto come “regola aurea”... Hillel ribadiva un concetto già presente nella Bibbia ebraica non solo in questa sua formulazione “negativa”, ma anche in quella positiva, che nel Libro biblico del Levitico è espressa con la frase “ama il prossimo tuo come te stesso” (Lev 19,18)… la quale, com’è noto, alcuni secoli dopo sarebbe stata ripresa anche da Gesù.
Queste due formulazioni sono un po’ come le due facce della stessa medaglia, che mi fanno oggi venire in mente questo pensiero di Swami Roberto:
« Non ho rubato, non ho ucciso, non ho fatto del male a nessuno, ho solo qualche vizio come tutti... Ottimo!
Ma cosa hai fatto di bene per qualcuno che non sei tu?
Cosa hai donato o sacrificato di te per un po' di giustizia in più?
La vera bontà non si limita mai al proprio dovere.»
(Swami Roberto)