Pur se la preghiera scaturisce innanzitutto da “dentro”... nell'espressione del proprio dialogo con Dio anche il corpo riveste un ruolo importante, tant’è vero che, nel corso dei secoli, in seno alla cristianità si sono affermati alcuni particolari atteggiamenti del corpo con i quali l'orante può esprimere la sua devozione.
Tra di essi, uno dei più naturali è il gesto delle mani giunte davanti al petto, che tra l’altro è presente con il nome di “anjali-mudrā” anche nelle religioni orientali, dove viene praticato come il “saluto” (anjali) che religiosamente richiama “la vera natura dell'essere, assoluto e immutabile”.
Nella tradizione cristiana, le mani giunte sono il gesto con il quale l'orante “raccoglie” tutto il proprio essere, ponendolo di fronte alla grandezza assoluta di Dio, al quale affida le proprie intenzioni e l’intera propria vita.
Vissuta con devozione sincera, questa posizione delle mani funge da supporto al proprio pensiero “sigillando” (*) l'intenzione di mettersi totalmente, con pienezza di anima e corpo, nelle “mani” del Padre Nostro.
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(*) P.S. - “Sigillo” è anche il significato letterale del termine sanscrito “mudrā”.