
Il fatto che il grande profeta non parli alla roccia ma la percuota, usando quindi la forza fisica anziché la sola parola, costituisce un atto di disobbedienza alla volontà di Dio, a seguito del quale Mosè non poté toccare la Terra Promessa (Nm 20,12)... e dunque, il messaggio che questo passo biblico fa giungere al nostro presente, è la necessità di non dubitare mai del supremo potere della Parola divina (*).
E' su questa fondamentale fiducia nella Parola del Signore che può appoggiarsi anche la fiducia nel “potere” della nostra parola, con la quale... nella preghiera... ci rivolgiamo a Lui affinché faccia scaturire, dalle “rocce” dei nostri ostacoli karmici, “l’acqua vitale” che ci permette di proseguire il cammino verso la nostra personale “Terra Promessa”.
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(*) P.S. - Riguardo al potere della Parola divina, puoi percorrere una pista di approfondimento nel mio blog “Un mio viaggio nel Soprannaturale sulle impronte di Swami Roberto”, a partire dal post “Dābār Jahvè”