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martedì 3 novembre 2020

Fuoco che si ravviva

“Fin quando la brace conserva ancora una scintilla, può riaccendersi la fiamma: se la scintilla è totalmente spenta, essa non può più essere riaccesa. Allo stesso modo, se un essere umano rinuncia totalmente ad ogni contatto con la sacralità, la sua dimensione interiore si spegne”.

Questa metafora, proveniente dalla tradizione chassidica, ben si presta a mettere in risalto un fondamentale aspetto della vita spirituale: affinché il “Soffio” dello Spirito di Dio possa donarci l'aiuto di cui abbiamo bisogno, dentro di noi ci deve sempre essere perlomeno una “scintilla” di contatto con la sacralità... in modo che il  “Soffio” divino possa riaccenderla.

Poiché un fondamentale compito della preghiera è proprio quello di ravvivare continuamente il nostro “contatto” interiore con il Sacro... pregare con fede e perseveranza significa far sì che dentro di noi ci sia non soltanto una scintilla... ma proprio un “fuoco” già acceso. 

Quando ciò accade, il Soffio dello Spirito di Dio può non soltanto ravvivare questo nostro “fuoco” interiore, ma anche servirsene rendendoci suoi strumenti, capaci a nostra volta di ravvivare le “scintille” che, nel nostro prossimo, hanno bisogno anch’esse di essere “riaccese”.

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Nel mio blog “Un mio viaggio nel Soprannaturale, sulle impronte di Swami Roberto”, a partire dal Dizionario tematico puoi seguire queste piste di approfondimento:
- Preghiera
- Sacro
- Spirito Santo