Anche se la celebre parabola evangelica del “Figliol prodigo” è solitamente ricordata per il figlio dissipatore perdonato dal padre, il quale fa festa per il suo ritorno a casa... è significativa anche la figura del figlio maggiore, che si è sempre comportato bene, e si rammarica del fatto che il padre non abbia mai fatto festa per lui (cf. Lc.15,11-32).
Questo “figlio maggiore” impersona il modo di pensare che per esempio ricompare nella mente di quanti si lamentano del “trattamento di favore” che Dio sembra riservare a qualcun altro, a loro avviso meno “meritevole”... e quindi si sentono trattati ingiustamente.
Chi ragiona così, non si rende conto che se il Padre nostro si limitasse a “ricompensare”, con rigorosa precisione, i nostri meriti e demeriti... allora ciascuno di noi (che evidentemente “sfiguriamo” di fronte alla Perfezione divina) si troverebbe a dover dire: “Povero me!”.
Invece, grazie a Dio :-) la Divina Misericordia segue vie che vanno ben oltre la mentalità limitata e calcolatrice degli esseri umani (cf. Is 55,8-9).
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« Quando vi meravigliate perché il Signore aiuta qualcuno che secondo voi non lo meritava, pensate piuttosto ai vostri errori e considerate che anche voi usufruite della sua Misericordia che perennemente va oltre la pochezza degli uomini.Dio ben sa che l’eterno splendore spirituale di ciascun essere umano non è offuscato dai suoi attuali limiti… come le pietre preziose non vengono svilite dalla terra che le ricopre.»
(Swami Roberto, tratto dal libro “Ascoltando il Maestro”, vol.2 pag.288)