“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8)
Questa beatitudine... ovvero questo stato di felicità annunciato da Gesù a coloro che realizzano in sé la purezza di cuore, può anche apparire come un obiettivo pressoché impossibile da raggiungere... vista l'abbondanza di difficoltà e limiti che possono caratterizzare la nostra umana esperienza, ostacolando in vario modo i nostri tentativi di percorrere la via della purezza.
Sennonché... l'essere puri è invece un obiettivo alla nostra portata... e a rendercene conto può aiutarci la constatazione del fatto che la purezza non è una virtù che richieda l'acquisizione di qualcosa di esterno a noi...
Non si tratta cioè di aggiungere qualcosa che non abbiamo... quanto invece di toglierci di dosso tutto il “surplus” che non ci appartiene e che costituisce, per l'appunto, l'impurità che ci inquina “coprendo” la purezza del nostro Sé spirituale... che abbiamo pertanto la necessità di riscoprire.
In sostanza il recupero della propria individuale purezza è un obiettivo spirituale da porsi e, al contempo, anche una responsabilità da assumersi... per rispettare fino in fondo l'essenza divina del proprio Sé.
Ed è infatti proprio da lì... dalla profondità della nostra essenza spirituale... che parte lo “sguardo” che rende possibile “vedere Dio”.