Avete indovinato cosa ci facevo ad Assisi Venerdì scorso?
Assieme a ramia Osvaldo e a ramia Riccardo mi trovavo nella "sala blu" del Municipio della città di Francesco, per assistere alla manifestazione "L'Oriente incontra l'Occidente" (giunta alla XII edizione), organizzata e promossa dalla fondazione "Il Mandir della Pace".
Io e i miei confratelli accompagnavamo Swami Roberto, invitato dalla dottoressa Gabriella Lavorgna (presidente della Fondazione) e dall'amministrazione comunale di Assisi a portare il suo pensiero sul tema della pace. Eccovi alcuni flash di un giorno straordinario:
Alle 16 l'assessore Franco Brunozzi, in rappresentanza del Sindaco Claudio Ricci, apre la tavola rotonda.
Cominciano a susseguirsi gli interventi di numerose autorità politiche e religiose che, nel giorno della commemorazione della tragedia delle Twin Towers, danno forma ad un arcobaleno di pace che si inarca ad unire Oriente ed Occidente, come ben sintetizza il titolo della manifestazione.
Cominciano a susseguirsi gli interventi di numerose autorità politiche e religiose che, nel giorno della commemorazione della tragedia delle Twin Towers, danno forma ad un arcobaleno di pace che si inarca ad unire Oriente ed Occidente, come ben sintetizza il titolo della manifestazione.
Dopo tre ore di "maratona" per la pace, il novantacinquenne Padre Anthony Elenjimittam ha da poco concluso il suo apprezzato intervento, ed un componente dello staff dell'organizzazione gli si avvicina premurosamente per chiedergli se, visto il protrarsi dell'incontro, vuole tornare a casa.
"No, no... io voglio attendere l'intervento di Swami Roberto... voglio sentire le sue parole".Lui, ultimo discepolo vivente del Mahatma Gandhi, per nessun motivo vuole perdersi quel momento... e noi insieme a lui viviamo il prolungarsi dell'attesa...
"No, no... io voglio attendere l'intervento di Swami Roberto... voglio sentire le sue parole".Lui, ultimo discepolo vivente del Mahatma Gandhi, per nessun motivo vuole perdersi quel momento... e noi insieme a lui viviamo il prolungarsi dell'attesa...
"La pace non indica soltanto ciò che Dio da'...
ma prima ancora ciò che Dio E'"...
Swami Roberto inizia il suo intervento, e le sue parole sono lampi di luce che aprono le menti ed i cuori.
Io mi ritrovo... a non poter fare a meno di pensare a Francesco, che dopo 7 anni ha voluto che Swami tornasse a casa sua, affinché Assisi potesse ascoltare ancora... un Cantico della pace.
ma prima ancora ciò che Dio E'"...
Swami Roberto inizia il suo intervento, e le sue parole sono lampi di luce che aprono le menti ed i cuori.
Io mi ritrovo... a non poter fare a meno di pensare a Francesco, che dopo 7 anni ha voluto che Swami tornasse a casa sua, affinché Assisi potesse ascoltare ancora... un Cantico della pace.
Valfabbrica è un comune a pochi chilometri da Assisi e, come spiega il Sindaco Ottavio Anastasi, è proprio il primo luogo in cui Francesco sperimentò l'autentica povertà. Qui infatti lui non era più il figlio "impazzito" del facoltoso Bernardone, come lo conoscevano i suoi concittadini di Assisi, ma era "un nessuno"... un anonimo poveraccio spoglio anche del lignaggio ereditato dai genitori.
Fu proprio a Valfabbrica che Francesco mosse i suoi primi effettivi passi a fianco di sorella povertà... e oggi, il Sindaco di questo Comune (che si trova sul sentiero francescano che congiunge Assisi a Gubbio) nomina Swami Roberto Ambasciatore di Pace, conferendogli il "Premio Sentiero Francescano della Pace, Anno 2009... con gratitudine per l'impegno profuso per una consapevolezza di pace e dialogo nello spirito di Francesco di Assisi.
Fu proprio a Valfabbrica che Francesco mosse i suoi primi effettivi passi a fianco di sorella povertà... e oggi, il Sindaco di questo Comune (che si trova sul sentiero francescano che congiunge Assisi a Gubbio) nomina Swami Roberto Ambasciatore di Pace, conferendogli il "Premio Sentiero Francescano della Pace, Anno 2009... con gratitudine per l'impegno profuso per una consapevolezza di pace e dialogo nello spirito di Francesco di Assisi.
La manifestazione è terminata, e ancora non sappiamo che ci apprestiamo a vivere un ulteriore "evento"... che ramia Osvaldo così vi racconta:
« Una volta usciti dal Municipio, io e i miei confratelli attraversiamo la città di Francesco camminando accanto a Swami.
E' sera, e la magia di Assisi rifulge ancor più, avvolgendoci in un abbraccio intriso di storia e di vitalità spirituale.
Lasciamo alle spalle l'abitato cittadino, e ci incamminiamo su un sentiero in ripida discesa che si dirige verso il parcheggio ai piedi del Monte Subasio.
La strada, priva di lampioni, ci obbliga a camminare con attenzione, perché la luce del giorno si affievolisce rapidamente.
In lontananza miriamo le luci della Basilica di Santa Maria degli Angeli, che chiaramente si distingue tra la miriade di puntini luminosi sparsi nella pianura."Di punto in bianco siamo... nelle camperse"... esclama ramia Massimo, con una "rimembranza" di dialetto veneto ("camperse" significa "luogo sperduto")... "e dobbiamo camminare aguzzando la vista, ma anche Francesco faceva così... ai suoi tempi mica c'era l'illuminazione artificiale.
La sua Assisi preferita era più vicina a questo sentiero isolato, che non a viottoli e piazzette cittadine".
"Sì"... interviene Swami... "I piedi nudi di Francesco calpestavano questa terra, benedetta dalle sue impronte. La sua presenza qui è reale, più di quanto pensiate".
L'eco di queste parole non si è ancora smorzato, che la sagoma di un viandante di bassa statura "appare" improvvisamente davanti a noi.
Non capiamo da dove possa essere sbucato, ma ci precede di alcuni metri.
Per come è vestito, sembra provenire da un remoto passato: i suoi piedi nudi si poggiano leggeri al terreno... un bastone il suo unico avere... ed il suo abito è un saio rudimentale, con un'orditura antica, identica a quella che stamattina abbiamo visto in una reliquia dell'abito di San Francesco custodita all'interno della Basilica di Santa Chiara.
In pochi secondi, lo raggiungiamo... "buonasera" è il nostro saluto. "Pace e Amore"... la sua risposta... con una voce inaspettatamente serafica.
Gli ultimi chiarori del giorno ci permettono di vedere i suoi occhi, profondi... due luci azzurre che ci osservano.
Incontriamo in quel viso speciale... un concentrato di perfetta letizia.
Facciamo ancora qualche passo... accompagnati dal viso di Swami che sorride divertito di fronte alle nostre facce sorprese e poi, quando ci giriamo indietro a riguardare quella figura... il silenzio: non c'è più anima viva!
Noi Ramia ci guardiamo... meravigliati dall'evidenza con cui quella presenza si è manifestata ai nostri occhi.
Nonostante sappiamo bene che vicino a Swami bisogna essere preparati ad ogni esperienza, perché vicino a lui il cielo si apre e l'impossibile può accadere... a certi incontri non ci si può proprio abituare.
Solo ora capiamo cosa Swami intedesse pochi momenti prima, nel dire che i piedi nudi di Francesco calpestano ancora questa terra... più di quanto potevamo mai immaginare! ».
E' sera, e la magia di Assisi rifulge ancor più, avvolgendoci in un abbraccio intriso di storia e di vitalità spirituale.
Lasciamo alle spalle l'abitato cittadino, e ci incamminiamo su un sentiero in ripida discesa che si dirige verso il parcheggio ai piedi del Monte Subasio.
La strada, priva di lampioni, ci obbliga a camminare con attenzione, perché la luce del giorno si affievolisce rapidamente.
In lontananza miriamo le luci della Basilica di Santa Maria degli Angeli, che chiaramente si distingue tra la miriade di puntini luminosi sparsi nella pianura."Di punto in bianco siamo... nelle camperse"... esclama ramia Massimo, con una "rimembranza" di dialetto veneto ("camperse" significa "luogo sperduto")... "e dobbiamo camminare aguzzando la vista, ma anche Francesco faceva così... ai suoi tempi mica c'era l'illuminazione artificiale.
La sua Assisi preferita era più vicina a questo sentiero isolato, che non a viottoli e piazzette cittadine".
"Sì"... interviene Swami... "I piedi nudi di Francesco calpestavano questa terra, benedetta dalle sue impronte. La sua presenza qui è reale, più di quanto pensiate".
L'eco di queste parole non si è ancora smorzato, che la sagoma di un viandante di bassa statura "appare" improvvisamente davanti a noi.
Non capiamo da dove possa essere sbucato, ma ci precede di alcuni metri.
Per come è vestito, sembra provenire da un remoto passato: i suoi piedi nudi si poggiano leggeri al terreno... un bastone il suo unico avere... ed il suo abito è un saio rudimentale, con un'orditura antica, identica a quella che stamattina abbiamo visto in una reliquia dell'abito di San Francesco custodita all'interno della Basilica di Santa Chiara.
In pochi secondi, lo raggiungiamo... "buonasera" è il nostro saluto. "Pace e Amore"... la sua risposta... con una voce inaspettatamente serafica.
Gli ultimi chiarori del giorno ci permettono di vedere i suoi occhi, profondi... due luci azzurre che ci osservano.
Incontriamo in quel viso speciale... un concentrato di perfetta letizia.
Facciamo ancora qualche passo... accompagnati dal viso di Swami che sorride divertito di fronte alle nostre facce sorprese e poi, quando ci giriamo indietro a riguardare quella figura... il silenzio: non c'è più anima viva!
Noi Ramia ci guardiamo... meravigliati dall'evidenza con cui quella presenza si è manifestata ai nostri occhi.
Nonostante sappiamo bene che vicino a Swami bisogna essere preparati ad ogni esperienza, perché vicino a lui il cielo si apre e l'impossibile può accadere... a certi incontri non ci si può proprio abituare.
Solo ora capiamo cosa Swami intedesse pochi momenti prima, nel dire che i piedi nudi di Francesco calpestano ancora questa terra... più di quanto potevamo mai immaginare! ».
Che dire... siamo stati ad Assisi due giorni, ed i momenti speciali si sono succeduti ininterrottamente. Uno ve lo racconto con questa foto che ramia Riccardo ha scattato a Swami Roberto seduto vicino alla statua di Francesco... e con il suo commento a caldo:
Nel rivedere questa istantanea, anch'io ho finito per reimmergermi nel momento immortalato da ramia Riccardo.
Ma adesso... datemi il tempo di riprendere la tastiera in mano, ed eccovi altri due flash:
Ma adesso... datemi il tempo di riprendere la tastiera in mano, ed eccovi altri due flash:
"E dopo che il Signore mi dette dei fratelli, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del Santo Vangelo..."Queste parole di Francesco, scolpite sulla facciata di Santa Maria degli Angeli, mi ricordano quelle scolpite nel mio cuore da quando l'Altissimo mi ha fatto incontrare la famiglia dei miei confratelli Ramia...
Mi ha anche mostrato come vivere secondo la forma del Santo Vangelo: percorrendo il cammino spirituale che ogni giorno il mio maestro indica chiaramente davanti a me.
"Va' e ripara la mia Chiesa"... queste sono le parole con cui il Crocifisso parlò a Francesco, che così restaurò la Chiesa di San Damiano... riparò una piccola chiesetta diroccata, la Porziuncola... e poi donò al mondo la sua missione spirituale riparatrice.
Quando... all'interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli... entro nella Porziuncola, mi trovo a respirare l'energia spirituale di cui questo luogo unico è impregnato.
Sento vibrare dentro di me le emozioni stesse di Francesco, l'impeto della sua fede, la radicalità del suo coraggio, l'ardire del suo cuore... e mi commuovo... e rivivo tante emozioni della mia vita monastica dedicata, assieme ai miei confratelli Ramia, alla costruzione della "Porziuncola" di Leinì, che sorge per annunciare al mondo il messaggio cristiano di Anima Universale.
Quando... all'interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli... entro nella Porziuncola, mi trovo a respirare l'energia spirituale di cui questo luogo unico è impregnato.
Sento vibrare dentro di me le emozioni stesse di Francesco, l'impeto della sua fede, la radicalità del suo coraggio, l'ardire del suo cuore... e mi commuovo... e rivivo tante emozioni della mia vita monastica dedicata, assieme ai miei confratelli Ramia, alla costruzione della "Porziuncola" di Leinì, che sorge per annunciare al mondo il messaggio cristiano di Anima Universale.
Sulla strada del ritorno... tanti pensieri si rincorrono, nel rammarico di non poter compiutamente raccontare tutto ciò che abbiamo vissuto.
Però, almeno in parte, spero di essere riuscito a farvi assaporare un po' di questa esperienza straordinaria.
Però, almeno in parte, spero di essere riuscito a farvi assaporare un po' di questa esperienza straordinaria.
Il resto, lo trovate nel sito di Anima Universale, cliccando questo link: Swami Roberto ad Assisi: l'Oriente incontra l'Occidente