Anche se la Fede e la paura non sono tra loro conciliabili, nella vita di molti credenti può accadere che proprio la paura reciti un ruolo di primo piano... magari accompagnandosi ad una fede "timorosa"... oppure diventando una sorta di “pro-memoria” per coloro che si ricordano di rivolgersi a Dio soltanto quando sono “impauriti” a causa di un particolare problema.
In realtà, la Fede è ben altro rispetto ad una occasionale reazione dettata da fattori contingenti, e quei credenti che si accontentano di farla convivere con la paura dimostrano di non averla ancora fondata su quella "roccia" che possono trovare soltanto dentro se stessi.
Per esempio, questo è il caso di chi si limita a credere sulla base di ciò che altri raccontano di Dio... di chi aderisce soltanto per abitudine al credo proposto dalla cultura religiosa alla quale appartiene... di chi accetta passivamente i dogmi imposti dall'istituzione ecclesiastica...
In realtà, la Fede è ben altro rispetto ad una occasionale reazione dettata da fattori contingenti, e quei credenti che si accontentano di farla convivere con la paura dimostrano di non averla ancora fondata su quella "roccia" che possono trovare soltanto dentro se stessi.
Per esempio, questo è il caso di chi si limita a credere sulla base di ciò che altri raccontano di Dio... di chi aderisce soltanto per abitudine al credo proposto dalla cultura religiosa alla quale appartiene... di chi accetta passivamente i dogmi imposti dall'istituzione ecclesiastica...
In questi e altri casi simili, viene purtroppo a mancare l'esperienza diretta di Dio e, per conseguenza, viene a mancare anche quella stabilità che è compagna inseparabile della fede veritiera.
Infatti, è soltanto cercando e trovando Dio dentro di sé, che è possibile rendere salda la propria fede, altrimenti... è come se qualcuno cercasse di farsi raccontare il profumo di un fiore annusato da qualcun altro: anche se quest'ultimo usasse le parole più appropriate per descrivere la sua esperienza, chi lo ascolta non potrebbe mai “gustare” pienamente quel profumo, perché soltanto il suo olfatto potrebbe farglielo realmente conoscere.
Infatti, è soltanto cercando e trovando Dio dentro di sé, che è possibile rendere salda la propria fede, altrimenti... è come se qualcuno cercasse di farsi raccontare il profumo di un fiore annusato da qualcun altro: anche se quest'ultimo usasse le parole più appropriate per descrivere la sua esperienza, chi lo ascolta non potrebbe mai “gustare” pienamente quel profumo, perché soltanto il suo olfatto potrebbe farglielo realmente conoscere.
Allo stesso modo, non si può pensare di rendere incrollabile la dimensione della propria fede, se non si decide di superare la condizione del “fedele religioso” che si limita a conoscere Dio attraverso le parole e le esperienze degli altri.
Questa strada io la trovai tanti anni fa, quando la via spirituale del Cristianesimo ramirico mi permise di allontanarmi dai palliativi della fede paurosa ed opportunista.