sabato 13 novembre 2010

PerdonaTi

“PerdonaTi” è il titolo che noi Ramia abbiamo attribuito ad un discorso di Swami Roberto (Pubblicato sul libro “Ascoltando il Maestro”, vol.2°, pag.57), di cui oggi vi parlo.
Chissà quanti, nonostante la T maiuscola nell'ultima sillaba, avranno inteso questo titolo come un participio passato del verbo perdonare... e quanti invece come uno sprone a perdonarsi.
Io credo che prevalgano i primi, almeno tra quelli che ancora non conoscevano il contenuto degli insegnamenti di Swami Roberto in relazione al perdono, e lo hanno scoperto solo dopo aver letto questo suo discorso.
Dice Swami:

“In assoluto il Perdono divino è la possibilità donata a ciascuno di riconquistare l'Eternità. Il Signore Misericordioso è Giusto... e in virtù della sua Perfetta Giustizia “pretende” che tutto sia rimediato. Certo!... se non esistesse la libertà di saldare i propri debiti, non ci si potrebbe conoscere pienamente, fino in fondo. Insomma, si rimarrebbe in una condizione imperfetta a causa degli errori non compresi e quindi non recuperati mediante una crescita interiore”.

Swami parla di un concetto spirituale molto lontano dal perdono-condono cui tanti aspirano, rivolgendosi al Signore per chiederGli quell'indulgente “colpo di spugna” che metta in pari i conti torbidi del loro passato.
Se Dio fosse “comprensivo” con l'umana ignoranza spirituale, sottolinea il Maestro, i destini dell'umanità sarebbero segnati, consegnati al limite, ed aggiunge:

“Se l'Onnipotente non “costringesse” ciascuno a rimediare ai “buchi vuoti”, ovvero a tutte le mancanze di amore nei confronti di sé stessi, della vita e del prossimo, la propria individuale limitazione continuerebbe a farla da padrone”.

Swami mette in evidenza che la Misericordia di Dio non tradisce gli esseri umani attraverso una complice bonarietà che li lascerebbe in balia dei loro limiti, ma li aiuta rimettendo a ciascuno i suoi debiti. Così, secondo la perfetta Giustizia della legge karmica, ogni persona è posta nelle condizioni adatte per poter capire... ed eventualmente rimediare ad un passato sbagliato.
E' questa l'unica via che consente ai "figlioli prodighi" di far ritorno alla casa del Padre ponendo fine alle loro umane peregrinazioni.
Quindi, sottolinea Swami, l'aiuto divino in cui il credente può confidare non consiste in un generico “sconto di pena”, quanto invece nella possibilità di continuare ad usufruire della vita per poter affrontare le nuove esperienze di quel destino karmico, propedeutico a nuove prese di coscienza, che fondamentalmente è l'essere umano a costruirsi.

“Finché il vostro spirito non si risveglierà nella dimensione eterna dopo aver esaurito il ciclo delle nascite e morti, le esperienze karmiche sono il mezzo che consente la vostra evoluzione. E' certo che il Signore vi aiuta ad affrontare ogni prova karmica, ma il suo aiuto ci sarà solo quale conseguenza di una presa di coscienza delle vostre colpe, accompagnata da un vero pentimento che si esplica nella concreta volontà di rimediare.
Soltanto tu puoi dare una consistenza al perdono... perdonandoti... e questo accade nel momento in cui... hai recuperato il “vuoto” che hai provocato contro l'Amore. Tutto ciò avviene grazie alla Misericordia di Dio che in assoluto “ti perdona” ma, ri-sottolineo... permettendoti di perdonarti. Così potrai essere finalmente libero dal male compiuto, solo dopo averlo capito e kamicamente trasformato in bene".

Dunque le parole di Swami portano a comprendere che è riduttivo intendere il Perdono divino come un'iniziativa del Padre Misericordioso della quale l'essere umano funge semplicemente da destinatario.
Il Maestro insegna che in realtà ognuno è chiamato a diventare co-protagonista di quel Perdono che non va inteso come un atto unilaterale di Dio, ma come un momento di comunione dell'essere umano con la Divina Misericordia, che sempre Ama.

“Soltanto tu puoi dare una consistenza al perdono... perdonandoti” - dice Swami, esortando ciascuno a vivere attivamente, da protagonista, il proprio rapporto con Dio, nella volontà di annullare il male commesso attraverso una riparatrice azione di Amore, frutto di una mentalità rinnovata.
Ecco il Perdono quale azione concertata di Dio e del credente che, consapevole degli errori commessi, converge verso il Sommo Amore “perdonandosi” di fatto il male compiuto, ovvero rimediandolo attraverso il bene concretamente messo in pratica.
Swami aggiunge:

"L'Amore di Dio, così immenso da permettervi di “riscattarvi”... non soltanto attraverso un suo “condono” in risposta alla vostra sincera contrizione... ma ancor di più, ed è questa la grande meraviglia, consentendo ad ognuno di perdonare sé stesso!"

Pensate a quante persone, contemplando il concetto di un Dio che può anche essere “punitore”, si pongono l'angosciante dilemma: “Dio mi perdonerà?”.
In questo punto interrogativo si colloca di fatto un insulto alla Divina Misericordia, perché una persona che dubita di poter essere perdonata da Dio, attribuisce all'Eterno Padre un limite proprio della natura umana. Infatti, come potrebbe l'Amore perfetto del Misericordioso negarsi di fronte ad una sincera richiesta di aiuto?
In realtà nessun male umano può essere così grande da offuscare l'Amore di Dio, cui nulla e nessuno può impedire di essere ciò che Lui sempre E': Amore Eterno.
Quindi Dio perdona sempre, ovvero ama senza condizioni lasciando sempre all'essere umano la possibilità di rimediare ai propri peccati. Ma dipende solo da noi cogliere la mano tesa con cui Lui ci aiuta a risollevarci... se lo vogliamo... e solo se lo vogliamo.