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giovedì 19 maggio 2011

Buona Volontà

Leggere il brano “Buona Volontà” (tratto dal libro “Ascoltando il Maestro", Vol.2°, pag.124), significa farsi guidare da Swami Roberto nell'esplorazione della dimensione dell'umano volere.
Il Maestro introduce così il suo insegnamento:

« Qualcuno dice: "Io ho poca volontà". Sappiate che questa affermazione non è corretta, poiché non esiste la poca o debole volontà, ma esiste soltanto la volontà. È come quando si afferma: il sole è fiacco, malato, debole… è un modo di dire, ma è inesatto, perché ovviamente dietro le nubi il sole è potente, sempre! »


Le parole di Swami fanno crollare il paravento di tante possibili giustificazioni, e mettono in luce come gli alti e bassi di tante umane volontà dipendano dai compromessi che si è disposti o meno a stipulare con i propri desideri egoistici.
Dice infatti Swami:

“L’umana volontà è forte quando si inseguono ideali che gratificano l’amor proprio, mentre invece è più debole quando occorre 'tirarla fuori' secondo i suggerimenti della coscienza, che non sempre coincidono con i propri comodi”.

Questa volubilità è sintomatica dello stato di fragilità spirituale in cui versano molte persone che, di fronte alle prove della vita, accampano infiniti alibi per giustificare difficoltà ed insuccessi, rifiutandosi di ricondurre alla responsabilità individuale le lacune di una volontà che, come sottolinea Swami, “è praticamente il carattere, la spina dorsale della tua spiritualità”.

“Voi – aggiunge il Maestro - impegnatevi a praticare la 'ginnastica' indispensabile per potenziare la buona volontà, cosicché non vi arrenderete di fronte alle difficoltà e non permetterete ai vostri istinti di rabbia o alla rassegnazione di avere il sopravvento su di voi. Se non volete chinare il capo davanti a nessuno, innanzitutto non dovete piegarvi dinanzi ai vostri vizi e alle vostre miserie interiori”.

Nella seconda parte del suo insegnamento, Swami apre uno scenario completamente diverso, nel quale illustra la scorciatoia attraverso la quale l'umano volere può nobilitarsi, instaurando una sorta di simbiosi con la Perfetta Volontà di Dio.
Si tratta di un percorso che non parte dal chiedersi “Qual è la volontà di Dio?”, ovvero dal porsi quell'abituale e spontaneo interrogativo cui la limitatezza dell'intelletto umano preclude risposte pienamente attendibili.
Dice il Maestro:

“Pensaci: tu non puoi essere mai certo di fare la Volontà di Dio perché non La conosci...”
“Come puoi pensare di imprigionare la Volontà di Dio nei tuoi limitatissimi schemi?”...
“...è bene osservare da un altro punto di vista la questione: lascia da parte il voler sapere cosa il Signore vorrà da te in futuro, ed inizia invece a lavorare nel tuo animo, per avere un cuore amorevole, costantemente pronto ad accoglierLo… ovvero a comprendere che Lui è sempre in te.
Pensa che bello: poter così essere la stessa Volontà di Dio quando sei suo strumento e mezzo, attraverso la tua 'volontà di volere' abbandonarti a Lui”.

Swami Roberto mostra così la strada per prendere “l'ascensore” grazie al quale l'umana volontà sale verso i cieli della perfezione, che si fanno vicini quando si è capaci di focalizzare i propri sforzi nell'abbattimento quotidiano di quelle barriere interiori che separano da Dio.
Allora, in comunione con il Cielo, nulla è impossibile per la Volontà umana che, uscita finalmente dal letargo, può dimostrare e dimostrarsi che... “volere è potere!”.