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giovedì 5 luglio 2012

La tribù delle braccia cascanti

Del mio primo viaggio in aereo ricordo l'emozione del "debutto" e la nuova esperienza di sfrecciare nel cielo a 500 e più km/h provando la sensazione di essere fermo nel vedere ferme tutte le persone e le cose intorno a me.
Poi, gettato uno sguardo fuori dall'oblò in fase di atterraggio, la sensazione veritiera della velocità con cui ci stavamo avvicinando all'aeroporto.
Non credo che quanto vi sto raccontando possa sembrarvi di particolare interesse, ma io ve ne parlo perché questa comunissima esperienza mi fa oggi pensare a qualcos'altro, che succede su grande scala e che ricalca un po' lo stesso meccanismo.
Anche nella società umana, quando tutto si muove nella stessa direzione... apparentemente tutto resta fermo, come all'interno di un aereo, fintantoché all'esterno non diventa visibile un qualsiasi punto fermo, che richiama alla realtà.
Così, per esempio, può accadere che tanti, o anche tutti, “corrano” a grande velocità nella direzione della superficialità e dell'opportunismo provando però la sensazione di non muoversi affatto... fintantoché “qualcuno” decide di non conformarsi e, uscendo all'esterno del gruppo, costituisce quel punto fermo che fa rilevare agli altri la direzione in cui si stanno muovendo.
Tantissimi di coloro a cui “cascano le braccia” di fronte al mondo che va a rotoli, si guardano bene dal diventare quel “qualcuno” che qualsiasi persona può essere.
Per quanto mi riguarda... oltre 15 anni fa ho deciso di uscire dalla "tribù delle braccia cascanti", e mi sono consacrato Ramia di Anima Universale.