martedì 10 febbraio 2015

Tutti protagonisti

Qualche settimana fa Swami ha scritto una frase che, ne sono certo, a qualcuno sarà sembrata un po' "severa":

« Si dice che la vita è un’illusione… 
L’unica illusione in realtà è nella tua testa, se pensi che la gente si taglierebbe un’unghia per te, o se credi nella fedeltà umana. 
Tutti si danno da fare per nutrire i loro interessi e per gonfiare il proprio protagonismo…
Se per caso aiutarti li fa sentire vivi allora hai qualche speranza. Se la tua causa li fa sentire importanti, forse ti seguono… ma per amore della verità pochi si sacrificano davvero. »
                           (Swami Roberto)
Davanti alla parola “Tutti", che Swami usa riferendosi a quanti "si danno da fare per nutrire i loro interessi e per gonfiare il proprio egoismo”... qualcuno avrà pensato che questa espressione contraddice l'esperienza, difficile ma non impossibile, di incontrare delle persone che spendono la loro vita per gli altri.
In realtà... l'apparente contraddizione immediatamente svanisce se, anziché leggere questo "tutti" come se fosse solo un "indice" puntato verso gli altri, lo si guarda come un "quadro d'insieme" che ovviamente comprende anche ciascuno di noi, che siamo dunque chiamati a renderci conto di una "solare" evidenza:

Tutte le persone della terra fanno parte dell'umanissima barca degli egoisti o peccatori che dir si voglia... come peraltro ricordava anche questo opportuno commento alla sopracitata frase tratta da "photos by Swami".

Pensando invece a quanti si sentono "esclusi" da questa barca, perché convinti di fare il bene senza nulla chiedere in cambio, mi vengono in mente il pubblicano e il fariseo della parabola lucana (Lc.18,9-14), entrambi nel Tempio a pregare, l'uno in prima fila a compiacersi della propria rettitudine... l'altro in fondo a rammaricarsi dei propri errori e limiti... e a pentirsene.
Com'è noto, a tornare a casa giustificato è proprio quest'ultimo, consapevole dei propri peccati, e dunque “disinfettato” da quel peccato di orgoglio che... irrimediabilmente... attanaglia chi si ritiene a posto con la propria coscienza e dunque, "estendendo" il concetto, anche chi “si chiama fuori” dal “tutti” di cui ci parla Swami.
In questa chiave, il messaggio della sua frase giunge quindi forte e chiaro: l'ego di ogni persona è smisuratamente pericoloso anche, e soprattutto, quando sa nascondersi molto bene... per esempio dietro il bene che molti fanno per “amore di se stessi”... e che invece pochi fanno, come dice Swami, “per amore della verità”.

Queste "mosche bianche" sanno conservare la "perla" dell'umiltà  nel loro umano "desiderio" di protagonismo... che è naturalmente presente anche in chi fa il bene... e così restituiscono al loro “de-sideràre” la sua più nobile natura, quella di “fissare le stelle” di Dio (da "sidera" che in latino significa "stelle")... e non le fatue "stelle filanti" del terreno amor proprio.
In fondo, come ci ricorda spesso Swami, onde evitare di essere degli "zombi" il nostro primario interesse deve essere proprio questo: diventare protagonisti... sì... ma al servizio della Carità, con la consapevolezza di non avere meriti...
bensì limiti da superare. Amen.




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