mercoledì 1 aprile 2015

«...eppure mi ha aperto gli occhi ! »

Con il 9 aprile ormai all'orizzonte, stamattina pensavo al fatto che il giorno della nascita di Swami Roberto è uno scrigno che contiene “tesori” infiniti e, considerando che si tratta del 9° giorno del 4° mese dell'anno... un po' per gioco sono andato a rileggermi il 9° capitolo del 4° vangelo, nel quale si trova l'episodio della piscina di Siloe.
Per certi versi ho ripetuto l'esperienza compiuta  con l'altra piscina giovannea di Betesda di cui vi parlai nell'articolo “i portici della Misericordia”... perché entrambi questi brani parlano di un miracolo di guarigione operato da Gesù in un giorno di sabato, in violazione della Legge ebraica... e dunque alludono alla necessità di uscire dai limiti del formalismo religioso per attingere i miracoli dalla Sorgente di Cristo.
In particolare... mi sono soffermato a riflettere sui versetti in cui i giudei domandano ai genitori del cieco guarito: “Come mai ora ci vede?" (Gv.9,19)... e questi rispondono:  « "Come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se stesso". Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. » (Gv.9,21-22).

Questa risposta “reticente” dei genitori che, anziché urlare ai quattro venti la gratitudine a Gesù per la guarigione di loro figlio, si preoccupano innanzitutto di non compromettersi per non essere estromessi dal giudaismo, è un velato riferimento... dicono alcuni esegeti... alla realtà effettivamente vissuta dalla comunità cristiana giovannista, nel periodo della sua separazione dalla tradizione ebraica.
È questa la "chiave" per vedere nel “cieco nato” non tanto un infermo dal punto di vista fisico bensì, metaforicamente, un "cieco" spirituale che...  quando si lava con l'acqua di Siloe (una parola ebraica che significa “inviato”)... “acquista la vista”, cioè apre gli occhi prima accecati dall'ignoranza spirituale e testimonia il Cristo, l'inviato mandato dall'Eterno Padre.
Il fatto che questa sua testimonianza gli provochi poi l'espulsione dalla sua tradizione religiosa...   "lo cacciarono fuori" (Gv.9,34)... mi fa oggi vedere questa pagina evangelica come una "fotografia" che simbolicamente parla anche ai cristiani di ogni tempo, profetizzando loro il destino che li aspetta: l'impatto dell'Inviato sulle convenzioni del mondo è tale che, la sua sequela implica il rischio di essere "scomunicati" da quanti rimangono "recintati" nella tradizione.

E' proprio questa la verità a-temporale di Dio che si innesta nel mio presente, "parlandomi" di quelle persone che a volte incontro... e che muovono delle obiezioni alla mia SCELTA spirituale, osservando che mi sono messo al seguito di "quello Swami" che … non si sa da dove sia saltato fuori.
A loro, anch'io posso rispondere con le stesse parole del cieco che ha acquistato la vista “Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi” (Gv.9,30).
Ecco... sull'onda di questi miei odierni pensieri, durante l'ormai prossimo 9° giorno del 4° mese dell'anno io non solo celebrerò insieme a tutti i cristiani-ramirici il mio compleanno spirituale... ma penserò anche alla guarigione dalla mia "cecità", di cui mi parla così bene il 9° capitolo del 4° vangelo.



P.s. - Neanche a farlo apposta, appena ho finito questo mio post mi è capitato tra le mani un significativo commento al 9° capitolo del 4° vangelo scritto dal biblista Alberto Maggi, frate dei servi di Maria e fondatore del Centro studi biblici di Montefano (Mc).
Riporto qui di seguito le sue parole, che sento anche profondamente mie:
«« Ma i capi religiosi, che scomunicano in nome di Dio, sono in realtà i veri scomunicati da Dio.
Infatti Gesù va a recuperare l’uomo guarito, prima che succeda come con l’infermo della piscina che era ritornato nel tempio.
« Gesù seppe che lo avevano cacciato fuori e incontratolo gli disse:
“Tu credi nel Figlio dell’uomo?"
Ed egli rispose: "e chi è Signore perché io creda in Lui?"
Gli disse Gesù: "tu L’hai visto, colui che parla con te è proprio Lui".
Ed egli disse: "io credo, Signore. E gli si prostrò dinanzi”
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L’espulsione dall’istituzione religiosa, non causa alcun danno all’uomo, ma anzi è un grande vantaggio. Cacciato dalla religione trova la fede.
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