Pur se in un ambito teologico ovviamente diverso, anche nel Cristianesimo la concezione della presenza di Dio nell'essere umano è centrale... ed anzi, un celebre brano del Vangelo di Matteo rimarca il fatto che questa presenza non va riconosciuta soltanto in coloro che praticano una determinata disciplina spirituale bensì, in generale, in qualsiasi essere umano... compresi coloro che la società “perbene” considera gli “ultimi”.
Proprio a questi ultimi Gesù infatti si riferisce quando, rivolgendosi a chiunque voglia essere suo discepolo, dice: “tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me” (Mt 25,40).
Sì... è questa la consapevolezza spirituale di chi percorre la via divina di “Cristo nell'uomo”.
Note:
(a) In sanscrito “ayana” significa “strada, via”
(b) In sanscrito “nāra” significa “umano, relativo all'uomo (all'uomo originario, divino)”
(c) Nelle varie accezioni che le sono attribuite, la parola sanscrita "narayana" è tradizionalmente collegata anche all'elemento "acqua" (naara) e dunque alla purezza divina.
(Cf. K.Friedrichs, Diz.della saggezza orientale, Mondadori, Milano 2007, p.287)