« Un elefante giunse ai bordi d'una sorgente d'acqua per abbeverarsi. Vide la propria immagine specchiata nell'acqua e, credendo che fosse un altro elefante, si infuriò, ignorando che s'infuriava con se stesso.
Tutti i difetti – come la tirannia, l'odio, la cupidigia, la mancanza di pietà, l'orgoglio – quando sussistono in te non ti feriscono, ma quando li vedi negli altri, ti infuri e ne sei ferito.»
(Rûmi, Apologo)
Questo racconto della tradizione sufi segue di una dozzina di secoli la “trave” che Gesù aveva invitato a togliere dal proprio occhio, prima di guardare la pagliuzza in quello del fratello (Mt 7,3-5).
Bisogna assolutamente liberarsi da questa trave, per evitare che le proprie contraddizioni assumano proporzioni “elefantiache”.