venerdì 29 novembre 2019

Ciò che Dio pensa di noi

« Non fatevi scrupolo di quel che la gente pensa per come apparite... non conoscono la vostra interiorità. Dovete invece preoccuparvi giorno e notte, in ogni momento della vostra vita, di ciò che Dio pensa di voi.
Domandatevi:
“Sono coerente ed onesto, affinché Dio sia al posto di io?”.»

(Swami Roberto)


Tra gli idoli che gli esseri umani “costruiscono con le loro mani” (cf. Sal 115,4), mettendoli stoltamente al posto di Dio, ci può essere in effetti anche quello della reputazione, che alcuni arrivano ad “adorare” rendendosi schiavi del giudizio altrui.

In contrapposizione a questo “timore degli uomini”, la via di salvezza indicata dalla tradizione biblica è invece costituita dal “timore di Dio”… un'espressione che molti peraltro male-interpretano come se si dovesse avere paura del Signore... ma che in realtà ha tutt’altro significato.
Infatti, se per esempio si pensa al dono dello Spirito chiamato in ebraico rûah jir'at Jhwh (Is 11,2), normalmente tradotto con l'espressione “Spirito di timore del Signore”... esso va inteso come il dono del “soffio divino” volto a suscitare non la paura, bensì il “rispetto amoroso” nei confronti del Signore.
Accogliere tale dono significa pertanto accrescere in sé il senso di riverenza verso la grandezza di Dio, unitamente all'attenzione scrupolosa di piacerGli il più possibile.
E’ in questa direzione che “soffiano” anche le parole di Swami, che ci invitano a liberarci dal peso dei giudizi degli uomini per concentrarci su “ciò che Dio pensa di noi”.

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Per approfondire questo tema spirituale del “timore del Signore”, nel mio blog “Un mio viaggio nel Soprannaturale sulle impronte di Swami Roberto” puoi vedere il post: “I doni dello Spirito: Timore-Amore (Jir'at) del Signore”