“Papà, non è colpa mia”, disse il piccolo; “l'istinto malvagio mi ha tentato e io sono caduto”.
“Impara dall'istinto malvagio, come essere fedele al tuo dovere”, disse suo padre.
“Ma papà”, disse il piccolo Eliezer, “l'istinto malvagio non ha un satana che lo tenta di trasgredire il suo dovere”.
Dalla letteratura dei Chassidim, i membri di una delle correnti del misticismo ebraico, mi sono oggi trascritto questa novella che mette in risalto come... nella lotta tra bene e male che si svolge nella vita di ciascuno... per “l'istinto malvagio” è più facile essere “fedele al suo dovere”, perché lui non ha un disturbatore che lo faccia desistere dai suoi propositi. Al contrario, l'inclinazione al bene è costantemente contrastata dal “serpente tentatore”, che cerca in tutti i modi di rendere la vita difficile a quanti vogliono seguire la via della Verità e dell'Amore.
Il fatto che proprio nel Vangelo del maestro del linguaggio simbolico ci sia questo legame tra il numero considerato "marchio di fabbrica" dell'anticristo e la "retromarcia" dei discepoli... è una "coincidenza" che oggi ha attirato la mia attenzione.
In effetti, pensando a come lo scopo del demonio sia quello di mantenere gli esseri umani nell'ignoranza spirituale, si può ben comprendere perché lui concentri la sua azione disturbatrice proprio sui “discepoli”, ovvero sulle persone che... come si evince dalla stessa parola discipŭlus (connessa al latino discĕre, che significa “imparare”)... stanno imparando qualcosa di molto importante per la loro dimensione interiore.
In questa prospettiva, non possono essere sorprendenti le parole con le quali Giovanni racconta la defezione di molti discepoli di Gesù nonostante la grandezza dei segni soprannaturali da Lui compiuti e degli insegnamenti da Lui pronunciati.
Rispolverando questo semplice principio... ovvero che il serpente tentatore ha interesse a disturbare non quanti stanno già dalla sua parte, bensì coloro che sono sulla strada della verità e della rettitudine... mi ritrovo adesso a pensare ai discepoli di Swami Roberto:
Anch'essi sono evidentemente esposti alle azioni di disturbo operate dal nemico di Dio e per conseguenza sono soggetti... parafrasando le parole di Giovanni... "a tirarsi indietro e a non andare più con lui", come infatti ho talvolta avuto modo di constatare, ahimé, durante la mia vita religiosa.
Inoltre, nel corso degli anni mi sono anche trovato ad osservare quella sorta di "piano B" che le "sirene" della tentazione mettono in atto quando, avendo fallito il loro obiettivo primario, si danno comunque un gran daffare per raggiungere almeno il loro "premio di consolazione": attrarre quante più persone possibile nell'illusoria "scorciatoia" dell'incoerenza.
Proprio questa è infatti una delle vie preferenziali con le quali il principe della menzogna tenta di nascondere la verità dietro la "cortina fumogena" della confusione, per cui una delle priorità spirituali dei discepoli di Swami Roberto che vogliono essere veramente tali, è quella di impegnarsi a praticare la fedeltà agli insegnamenti spirituali del Maestro.
Solo compiendo questa fondamentale scelta, che porta ad imboccare con decisione la "via maestra" della coerenza, è poi possibile trovare il sostegno di quella Grazia divina che, dando man forte all'umana volontà, permette di disinnescare ogni insidia tramata dal male.
Così, tornando alla novella dei chassidim dalla quale sono partito, questi odierni pensieri mi suggeriscono adesso una "appendice" nella quale il padre rivolge al bambino "monello" anche queste parole: «Se tu vorrai veramente fare il tuo dovere nel bene, e ti applicherai al meglio per essere coerente con questa tua volontà, non ti mancheranno mai gli aiuti provvidenziali di Dio, che ti daranno man forte per respingere gli attacchi dell'istinto malvagio».
Si tratta di una "integrazione" che ovviamente è valida anche per i discepoli di Swami Roberto i quali, "dichiarando guerra" all'incoerenza, trovano i frutti della Grazia divina decisamente a portata di mano.
Puntata successiva: Occhi sbarrati
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