"In realtà - le ho detto - nella nostra Chiesa ogni termine è usato in una accezione originale, frutto del nostro peculiare pensiero cristiano-ramirico, e chi lo approfondisce può rendersi conto che il minestrone-sincretismo con noi non c'entra nulla".
« Mantra e karma - ho poi aggiunto - sono parole provenienti dal sanscrito che, appartenendo alla famiglia linguistica indoeuropea, è già di per sé "affacciato" anche in occidente attraverso la sua "parentela" con le nostre lingue classiche, il greco e il latino.
Basti pensare, per esempio, alla nostra parola "Dio" che, attraverso il latino "Deus" proviene dall'unica radice indoeuropea "div/dev" (Splendente/Luminoso) dalla quale discendono anche i termini sanscriti "Divya" (Divino) e "Deva" (Divinità).
Pur essendo tra di loro "parenti", questi termini assumono significati diversi a seconda delle diverse religioni che ne fanno uso, com'è il caso anche dei vocaboli "karma" e "mantra", cui le religioni orientali ovviamente attribuiscono un significato diverso rispetto a quello loro assegnato nell'ottica cristiana di Anima Universale. »
Nel prosieguo del nostro dialogo, ho poi fatto presente alla mia interlocutrice che la peculiare identità del nostro messaggio spirituale non cambierebbe se la ripetizione delle invocazioni liturgiche a Dio venisse da noi chiamata per esempio “litania” anziché mantra...
E non cambierebbe neanche se venisse usata la più prolissa ma "indigena" espressione "principio di causa ed effetto", al posto del conciso ma "straniero" karma, per definire un concetto che, per fare un esempio scritturistico, si ritrova nelle cristiane parole del Gesù di Matteo: “Tutti quelli che prendono la spada, periranno di spada” (Mt.26:52).
Infine, mentre stavo per dirle che non potevo trattenermi oltre con lei, perché un fedele mi stava attendendo in Chiesa, mi è venuto in mente l'inizio del Vangelo di Giovanni e allora le ho chiesto: “Ma... non è che per caso lei pensa che anche Giovanni sia stato un po' sincretista ?”...
Mentre ancora lei mi guardava con gli occhi sbarrati chiedendosi a cosa mi riferissi, le ho ricordato l'incipit del testo giovanneo “In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e Dio era il Verbo”... sottolineandone la corrispondenza con il versetto-gemello tratto dai Veda, e quindi scritto parecchi secoli prima di Cristo “In origine era Prajapati (Dio) e il Verbo era presso di Lui e il Verbo stesso era veramente il Supremo Dio.”
Dopo che lei mi ha detto di ritenere che si tratti di una conferma che la Verità di Dio è una sola, e che anche la mistica orientale l'ha in parte intuita... io gli ho risposto a mo' di battuta:
“Meno male... per un attimo ho temuto che lei potesse prendersela anche con il grande Giovanni, pensando che dal sanscrito vedico Lui non abbia preso solo qualche sporadico termine... ma addirittura si sia appropriato di un intero versetto usandolo nientemeno che per la celebre apertura del suo Vangelo”.
Il sorriso che ho visto comparire sul suo volto quando ci siamo salutati, mi ha fatto pensare che... un sunto di questo incontro potevo scriverlo anche sul mio diario.
Ecco fatto !
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