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venerdì 14 maggio 2021

Pentimento...

Tra i temi spirituali meno “piacevoli” da dover affrontare, ma più importanti per la vitalità della propria interiorità, c'è il “pentimento”, cioè il senso di rammarico per aver fatto qualcosa che, con il senno di poi, si vorrebbe non aver fatto... insieme alla volontà di rimediare concretamente, nel limite del possibile, all'errore compiuto...  e insieme anche, ovviamente, al proponimento di non ripeterlo più.
A tale riguardo, un aspetto da tenere sempre presente è quello che, per esempio, lo scrittore Victor Malka mette in risalto così:

« Per un uomo il vero pentimento è riconoscere le proprie colpe senza farle ricadere sugli altri. Così il re Davide disse al profeta Natan. “Ho peccato”. Allora il profeta gli fece sapere: “Non morirai” (2Sam 12,13).
Il re Saul, da parte sua, riconobbe anche lui di aver peccato ma aggiunse subito che ciò era successo perché temeva il popolo (cf. 1Sam 13,10.12). Aveva fatto ricadere la responsabilità sul popolo e fu per questo che il suo pentimento non venne accettato.“ »
. [a]

In effetti... bisogna anche resistere alle lusinghe delle infinite giustificazioni suggerite dall'ego... per trovare l'autentico pentimento... che è la “chiave” spirituale con la quale è possibile aprire la “porta” dell'infinita Misericordia di Dio.

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Nel mio blog “Diario di un monaco, discepolo di Swami Roberto”, puoi entrare ulteriormente in questo argomento esplorando il post « Una pagina “scabrosa” del Vangelo » .

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[a] V.Malka, “Piccole scintille di saggezza ebraica”, 2009, p.158