Il celebre insegnamento dato da Gesù, “amate i vostri nemici” (Mt 5,44), indica un principio spirituale che, per esempio, Paolo di Tarso nella sua lettera ai Romani (cf. 12,20-21), interpreta in questo modo: “...se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” .
Chi riesce in questo nobile intento... “non rendendo a nessuno male per male”, e quindi “compiendo il bene davanti a tutti gli uomini” (Rom 12,17)... di fatto – scrive Paolo - “ammassa carboni ardenti sopra il capo” dei “nemici”, verso i quali ha saputo rivolgere amore nonostante il male da loro commesso (cf. Pr 25,22).
Poiché questi “carboni ardenti” (che vengono tradizionalmente interpretati come un simbolo del rimorso che può portare il peccatore a pentirsi) costituiscono un “dono” che scaturisce dalla carità praticata da quanti sanno respingere la tentazione della vendetta… mi torna oggi in mente anche questo brano proveniente dalla tradizione chassidica:
“Quando un uomo ti insulta o ti offende, non hai il diritto di vendicarti. Sei come un uomo che alla presenza del re, viene colpito sulla guancia da un altro.
L'unica cosa che gli è lecito fare, è tacere. Il re ha visto l'offesa e se considera che l'uomo meritava l'offesa fattagli, questi non può agire contro il parere del re.
Se il re, invece, considera l'offesa un'ingiustizia, certamente punirà il colpevole personalmente.
Così ricordati che sei sempre alla presenza del Re dei re. Sarà egli a punire i tuoi nemici, se tu non meritavi le loro offese” (Rabbi di koretz).
Questa idea di Dio-punitore è una concezione che... pur essendo presente in varie dottrine religiose... è peraltro in contraddizione con il “Volto” misericordioso del “Dio-Amore” rivelato da Gesù il quale, per esempio viene messo in particolare rilievo nella tradizione riconducibile all’evangelista Giovanni (cf. 1Gv, 4,8; Gv 13,34).
Infatti, nella mia fede cristiana-ramirica questo concetto spirituale… ovvero l’idea che di fronte al male subìto alla fin fine bisogna anche saper rimettere ogni cosa nelle mani di Dio, respingendo la tentazione vendicativa di “farsi giustizia da soli”… trova espressione nella Legge divina del karma così com’è intesa nella Chiesa Anima Universale.
Ben lungi dal concetto di “punizione divina” (che, in fondo, sarebbe anch’essa una forma di vendetta), la concezione cristiana-ramirica di karma – cioè della legge di causa-effetto per la quale ciascun essere senziente sperimenta su di sé gli effetti delle proprie azioni - rientra invece nella “dimensione” del Dio misericordioso, Il quale è il “Re” che, con Perfetta Giustizia, permette ad ogni essere umano di affrontare le esperienze esistenziali necessarie a colmare le “lacune” di consapevolezza che hanno provocato i suoi precedenti errori... i quali costituiscono quei “debiti karmici” che ciascuno è chiamato a “recuperare” mediante la propria crescita interiore, accompagnata da azioni concrete di bene.
Tra queste… un posto molto importante è occupato dalla capacità di “amare i nemici”… per esempio, imparando a perdonarli.
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« Come le piante spargono i loro fiori nel vento impetuoso
che le scuote, così tu possa spargere i fiori del tuo
perdono su tutti quelli che ti avversano con il ciclone
della loro cattiveria.»
(Swami Roberto)
[tratto dal Libro “Un raggio di Luce sulla via verso la Meta”, p.208]
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Per riflettere sulla peculiare concezione cristiana-ramirica di karma, puoi seguire la pista di approfondimento indicata nel Dizionario tematico del mio blog “Un mio viaggio nel Soprannaturale sulle impronte di Swami Roberto”, che comincia dalla voce “karma”.
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Riguardo al concetto spirituale del perdòno, in questo blog puoi riflettere anche sul post: "perdonaTi"
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