Un'altra colomba è simbolicamente presente, in forma velata, anche nel Vangelo di Matteo, e precisamente nel brano in cui Gesù annuncia la propria resurrezione citando il segno di Giona, ovvero del profeta che “rimase per tre giorni nel ventre del pesce, così (come) il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra” (Mt 12,40).
Il nome Giona in ebraico significa infatti “colomba”, e l'apologo biblico citato da Gesù racconta che questo profeta deve lottare con se stesso, per compiere una “resurrezione” interiore che gli permetta di superare la propria mentalità religiosa integralista, a causa della quale inizialmente aveva cercato di fuggire lontano dal Signore pur di non andare ad annunciare la Sua Parola a Ninive, la capitale assira nemica di Israele (cf. Gio 1,1ss).
Solo dopo essere precipitato nell' “abisso” della lontananza da Dio (rappresentata dal mare e dal mostro marino quali simboli di caos e morte) ed essersi trovato nella necessità di chiedere l'aiuto del Signore (che lo salva)... finalmente Giona si decide a compiere la missione affidatagli, diventando la “colomba” che porta la Parola Divina agli abitanti di Ninive... i quali così si “convertono dalla loro cattiva condotta” (Gio 3,10).
Oltre a mettere in risalto il messaggio universale di salvezza che la Misericordia Divina rende accessibile a tutti, questo racconto simbolico, citato da Gesù per annunciare il Segno della Sua Resurrezione, ci mostra anche un altro messaggio molto importante:
Il travaglio interiore di Giona ci ricorda infatti che non è possibile collaborare ai Piani misericordiosi di Dio, Padre di tutte le genti, senza prima operare una “resurrezione” dentro di sé che porti a superare l'integralismo religioso, in qualsiasi forma esso si presenti, per andare anche verso chi è diverso da sé...
Questo passaggio interiore... ben noto alle “anime universali” che sanno ascoltare gli insegnamenti di Swami… permette di “sintonizzare” la propria preghiera con la Volontà del Signore... “amplificando”, per conseguenza, anche il proprio “richiamo” della colomba della pace... affinché sopraggiunga a segnalare la fine del “diluvio” della guerra.
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« Dio ha tutti i cieli.
Non ci sono dogane fra un cielo e l’altro, mentre esistono sulla terra grandi muri fra le religioni, e questa terribile realtà fa nascere le guerre… anche fra parenti.
Non posso credere in un mondo dove esistono ancora oggi le guerre di religione…
Smettiamola di pensare che Dio sia come un partito politico!
Alcuni arrivano persino a dire: “Il mio Dio, non il tuo”!
La mente vede a frammenti, l’Amore vede l’Unità:
L’Uno nei molti.
L’uomo, con la sua stoltezza e ignoranza, non divida ciò che Dio ha unito:
L’umanità.»
(Swami Roberto)
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In questo blog vedi anche il post « Emarginazione »
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