domenica 20 marzo 2022

Liberaci dal male

Quando ci rivolgiamo al Padre nostro nel modo insegnato da Gesù (Mt 6,9-13) [a], concludiamo sempre la nostra preghiera con le parole “liberaci dal male”... mediante le quali Gli presentiamo una richiesta di aiuto che, in generale, può essere intesa come una liberazione da tutto ciò che può nuocere al nostro bene.

Se colleghiamo queste parole [b] con la frase immediatamente precedente... nella quale chiediamo al Padre nostro di “non abbandonarci alla tentazione” [c]... la nostra richiesta comprende l'intenzione di essere liberati dalle insidie del “tentatore”, ovvero di colui che nel Vangelo di Giovanni è per esempio presentato come il “principe di questo mondo”  [d]... perché dei suoi “regni della Terra” diventano “sudditi” coloro che si lasciano irretire dai suoi inganni, cedendo alla tentazione di farsi “governare” da egoismo, odio, violenza, malvagità.

Per liberarsi da questo male bisogna  pertanto scegliere i “Regni di Dio”... facendosi così discepoli di Colui che “non è di questo mondo” (Gv 17.16) [e].

E’ Lui che ci esorta a far esprimere la nostra fede per chiedere al Padre Suo, e nostro, di venire in nostro soccorso e di liberarci da ogni manifestazione del male, nelle sue svariate forme.

Ogni volta che sappiamo farlo, è come se “entrassimo” anche nella preghiera che Gesù stesso rivolge al Padre, affinché custodisca i suoi discepoli “dal maligno” (Gv 17,15) [e].

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Note:

[a] Nel mio blog “Un mio viaggio nel Soprannaturale sulle impronte di Swami Roberto”, vedi il post: “Il modello di preghiera custodito nei Vangeli” 

[b] Nel testo greco del Vangelo (Mt 6,13) si legge la frase “apò toû ponēroû”, traducibile con “liberaci dal maligno”, oltre che con "liberaci dal male" (cf. Bibbia di Gerusalemme, edizioni Dehoniane, 2011, pag. 2327: « BJ ha: “maligno”, ma in nota propone anche: “dal male” »)


[c] In questo blog vedi i post:

- Non abbandonarci alla tentazione 

- Rimetti a noi 

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Nel mio blog “Sui sentieri del Vangelo di Giovanni”, vedi i versetti:

[d]  Gv 12,31; 14.30; 16,11

[e] - Gv 17,15-16