« Il velo di Maya, come dicono gli indiani, turba lo sguardo dell'individuo inconsapevole : egli non vede l'essenza delle cose, bensì i fenomeni di queste » (A. Schopenhauer)[a].
Nella tradizione orientale il sostantivo sanscrito Maya viene tra l'altro usato per designare « il mondo dei fenomeni, delle apparenze e delle forme, dell' “illusione” e dell' “inganno”; mondo instabile, in permanente evoluzione, che lo spirito non risvegliato scambia per la sola realtà esistente » [b].
Anche Gesù si riferiva a questo aspetto illusorio e ingannevole del mondo in cui viviamo... quando per esempio diceva che i suoi discepoli “non sono del mondo” (cf. Gv 17,14.16)... oppure quando definiva satana “principe di questo mondo” (Gv 12,31; Gv 16,11).
Infatti, la dimensione materiale in cui stiamo sperimentando la nostra umana esistenza è “terra straniera” per il nostro spirito che... per fare ritorno alla sua “Patria” eterna... ha bisogno di risvegliarsi, riscoprendosi pienamente e quindi superando l'attuale condizione limitata dall'ignoranza spirituale, a causa della quale riesce a “vedere” soltanto l'aspetto esteriore/fenomenico della realtà.
Riguardo al “lavoro” interiore che ciascuno è chiamato a compiere per togliere dai propri “occhi” spirituali questa sorta di “velo” illusorio che offusca la corretta visione della Realtà... un messaggio molto importante è custodito nelle pagine dei Vangeli che ci parlano di Gesù che viene “tentato dal diavolo” (Lc 4,2; Mt 4,1).
Mediante la Sua Divina Risposta, che inizia dalla frase “non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4; cf. Dt 8,3; cf. Lc 4,4), il Cristo dona la “chiave” spirituale che ogni essere umano è chiamato ad utilizzare per respingere a sua volta le tentazioni provenienti dalla parte oscura e illusoria della realtà materiale :
Ciò ovviamente non significa dimenticarsi delle necessità materiali alle quali dobbiamo provvedere per poter vivere dignitosamente la nostra esistenza terrena (e alle quali l'Amore provvidente di Dio ci aiuta anche a far fronte, quando Glielo chiediamo con fede)...
Così... è saziando la “fame” di Eternità che proviene dall'Essenza del nostro Spirito... che la Parola che esce dalla bocca di Dio è per noi il Nutrimento che ci aiuta a crescere interiormente, e quindi anche a respingere le lusinghe con le quali il “principe di questo mondo” vorrebbe distoglierci dalla presa di coscienza che noi “non siamo di questo mondo” (cf. Gv 17,14.16).
Detto in altri termini... per riuscire a vedere l'essenza della realtà, oltre il “velo” dell'illusione materiale, abbiamo bisogno della Divina “Rivelazione”, ovvero della Luce soprannaturale che “svela” gli inganni del male, aiutandoci a “togliere il velo” dell'ignoranza spirituale.
E' infatti dando piena accoglienza alla Luce del Verbo Divino, che Gli permettiamo di mettere in luce i limiti del nostro umano modo di essere… ed è a partire da questa basilare “illuminazione” che abbiamo poi la possibilità di correggerci e di migliorarci... e quindi anche di avanzare sulla via della riscoperta della nostra Individualità spirituale eterna.
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« Quando non si arriva al limite del proprio limite, si resta nel piano dell’ignoranza spirituale, tomba dell’evoluzione.
Maya fa di tutto per impedire all’inconscio di trasmetterti la consapevolezza dei tuoi limiti, perché la coscienza degli errori genera l’umiltà, il vassoio d’oro su cui poggia la Verità del tuo Essere.»
(Swami Roberto)
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Note:
[a] Arthur Schopenhauer, “Il mondo come volontà e rappresentazione”, vol. I p. 416.
[b] Cf. Dizionario della saggezza orientale, Mondadori, Milano 2007, p. 265
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(*) In questo blog vedi il post La mia « amrita »...
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