In realtà... il “contenuto” della nostra preghiera non serve al Padre nostro, ma a noi, che in questo modo possiamo aprirGli il nostro cuore... anche “rivedendo” le azioni da noi compiute per un esame di coscienza che stimoli la nostra volontà di riflessione e, eventualmente, anche la volontà di ravvederci in quelle cose che potevamo fare diversamente e meglio [a].
In fondo... visto che Dio ci è Padre e Madre, per “crescere” in questo dialogo con Lui può esserci di aiuto immaginare di tornare ad essere un po' come i bambini che, al ritorno da scuola, raccontano a papà e mamma quel è successo durante la giornata.
In questo modo, anche la preghiera diventa un mezzo per far sì che nella propria vita si realizzino queste celebri parole del Rabbi di Nazareth: “lasciate che i bambini vengano e me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. (…) E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro” (Mc 10,14.16).
---
Nel mio blog “un mio viaggio nel Soprannaturale sulle impronte di Swami Roberto”, puoi seguire una pista di riflessione a partire da questa voce del Dizionario tematico: "Preghiera"
---
[a] A proposito di “esame di coscienza”, nel mio blog “Diario di un monaco” puoi vedere anche il post “examen”