domenica 2 aprile 2023

Osanna! Benedetto Colui che viene nel Nome del Signore...

«Osanna! Benedetto Colui che viene nel Nome del Signore».
Da questo grido... rivolto dalla folla a Gesù in occasione della sua entrata a Gerusalemme (cf. Mc 11,9-10; Gv 12,13; Mt 21,9.15)... trae origine l'uso liturgico del termine “osanna”, che dalla successiva tradizione cristiana sarebbe stato poi inteso soprattutto nel senso di gioiosa acclamazione.

Risalendo all'originario termine ebraico hōshī῾āh-nnā... che letteralmente significa «Orsù, salvaci»... ci si può peraltro rendere conto che l'osanna da rivolgere al Cristo deve necessariamente implicare la consapevolezza che Lui è il Signore che porta la “salvezza” nelle nostre vite... a condizione che, con fede, sappiamo chiederGli aiuto.
E' infatti nella misura in cui Lo riconosciamo, Lo accogliamo, e Gli chiediamo con fede che ci soccorra... che Lui può compiere il Suo Piano Divino nella nostra vita, manifestandosi compiutamente a noi come “Il Signore che salva” [1].
E riguardo al modo in cui siamo chiamati a rivolgerGli questo grido di aiuto, affinché Lui manifesti il Suo Intervento salvifico nelle nostre esistenze, un “messaggio” molto importante è contenuto nel brano del Vangelo in cui Gesù preannuncia ai discepoli che di lì a poco sarebbe andato a Gerusalemme per soffrire molto... per venire ucciso e risorgere il terzo giorno:

A Pietro... che non comprende questa prospettiva di sofferenza e addirittura Lo rimprovera... il Cristo risponde: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!» (Mt 16,23).
L'Amore Divino infatti non “ci salva” secondo i criteri mondani basati sul potere e la gloria terreni (sui quali, in quel momento, si basavano ancora le aspettative di Pietro)... bensì secondo i Piani trascendenti di Dio, ai quali appartiene il “Passaggio” [2] pasquale mediante il quale il Cristo assume su di Sé la “croce” della sofferenza per “trasformarla” con la Sua Resurrezione... quale “Seme” di Salvezza per l'umanità.

Così... una via maestra da percorrere per far sì che questo “Seme” Divino germogli nelle nostre vite... è quella di saper accogliere l'Invito di Gesù a “prendere la nostra croce e a seguirLo” (cf. Mt 16,24; Mt 10,38)... e quindi anche ad affrontare le nostre “prove” karmiche con la fede che Lui “ci salva” aiutandoci a portare la croce del nostro karma (*)... e aiutandoci a trasformarla nel “passaggio” verso la nostra resurrezione interiore. 

---
« Dal profondo della tua amara solitudine fatta di incomprensioni, dubbi, rabbia e umiliazioni…
dal profondo della tua tristezza e dolore…
dal profondo dei tuoi perché, incertezze e delusioni…
dal profondo della tua guerra interiore e da ogni momento di panico e ansia…
dal profondo della tua anima, unisci il tuo grido al forte grido di Gesù sulla Croce, e come un’eco oltre il tempo, lo Spirito di Cristo ti raggiunge per distruggere il sepolcro della tua sofferenza.
Quel grido di Cristo può disintegrare gli “atomi” della tua prigione interiore.
Tu, alza gli occhi verso il Crocifisso e Lui li abbassa per raggiungerti nel tuo profondo.»
(Swami Roberto)

---
(*) Nel mio blog “Un mio viaggio nel Soprannaturale sulle impronte di Swami Roberto”, vedi la voce “karma” (nel Dizionario tematico).
In questo blog vedi il post: Dai "pesi" ai "passi"

---
Note:
[1] Il nome Gesù (in greco Jésus) corrisponde all'ebraico Jesûa, che significa "Jahvè è salvezza".
[2] Pasqua: Dal Greco (dei LXX) páscha, traduzione dell'ebraico pésah passaggio” [Dizionario del Cristianesimo (Petrosillo P.), suppl. a Jesus, anno 2000, Ed. San Paolo, p.127].


Puntata successiva: Il richiamo della Colomba


Torna all'indice: "Autoscatti sulla mia fede"