giovedì 20 giugno 2024

Fermarsi e Ascoltarsi...

“La felicità è come una farfalla: se la insegui, non riesci mai a prenderla; ma se ti metti tranquillo, può anche posarsi su di te”.

Come a dire... che non si tratta tanto di rincorrere la felicità, quanto invece di creare interiormente le condizioni giuste per lasciarsi raggiungere.
Senonché, la metafora proposta da questo aforisma attribuito a N.Hawthorne (scrittore statunitense, secolo XIX) lascia anche trasparire il carattere instabile di quel tipo di felicità che, come una farfalla, dopo essersi posata... può poi riprendere il volo e allontanarsi.
Evidentemente non può bastarci questa felicità precaria, com'è destinata a rimanere quella che è basata sulla provvisorietà delle cose del mondo, che possono darci soltanto un appagamento effimero, destinato prima o poi a svanire.
Infatti... in realtà noi aspiriamo alla Felicità con la “F” maiuscola, quella che è connaturata alle “cose” di Dio ed è designata nella tradizione cristiana con il termine Beatitudine (a cui fa eco, nella tradizione religiosa orientale, il termine sanscrito Ānanda).
E' questa la Felicità che, come vi ricordavo in una precedente pagina di questo mio diario [a], si trova « più nel dare che nel ricevere ! » (At 20,35)... perché provare gioia nel dare aiuto al prossimo, trovando quindi la propria felicità nel rendere felici gli altri, significa essere riusciti a mettere a tacere le avide pretese del proprio egoismo che, di fatto, sono proprio quelle che impediscono all'autentica Felicità (alla quale aspira il nostro Sé spirituale) di prendere definitivamente dimora in noi.

Detto in altri termini... quella bramata dall'egoismo è una felicità effimera, illusoria, che non può durare... mentre è definitiva la Felicità anelata dal nostro Spirito che, essendo amore, può autenticamente gioire solo esprimendosi compiutamente nel dono di sé agli altri, trovando così il modo di sperimentare la vera beatitudine [b].

In questa prospettiva, l'autentica Felicità non è dunque “qualcosa” che si possa inseguire... bensì lo “stato” spirituale nel quale si può essere, nella misura in cui si riesce a vivere nella consapevolezza del proprio Sé...
Felici di poter fare del proprio meglio per fare felice il prossimo...
perché capaci di fermarsi ad ascoltare la “voce” interiore che, dal profondo della propria coscienza, fa risuonare il perpetuo richiamo dell'Amore Divino a tornare ad essere pienamente Sé stessi.

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« La felicità è il luogo dove regna la consapevolezza del SÉ. Non serve percorrere un sentiero per raggiungerlo... Occorre invece Fermarsi e Ascoltarsi.»
(Swami Roberto)
 

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In questo blog vedi anche i post:
[a] C'è più felicità...
[b] Controvento