domenica 11 luglio 2021

Correzione misericordiosa

Un principio spirituale con il quale è importante confrontarsi nel corso della propria esperienza religiosa, è quello incastonato nelle pagine bibliche del Deuteronomio “Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore, tuo Dio, corregge te” (Dt 8,5).
La questione che si pone alla riflessione personale di ciascuno, riguarda il “come” avvenga questa correzione operata da Dio.

In una interpretazione generalmente diffusa nel pianeta cristiano, tale correzione prende forma soprattutto attraverso le vicende difficili e dolorose che un essere umano si trova a dover affrontare durante il cammino della sua esistenza terrena, in attuazione dei piani che la superiore Volontà divina stabilisce peraltro in un modo umanamente imperscrutabile.
In questa prospettiva di fede, le varie esperienze esistenziali di una persona assumono quella funzione “educativa” che è per esempio espressa dal termine greco paideia (da cui la parola “pedagogia”) biblicamente usato per designare, per l'appunto, la sofferenza in quanto “mezzo di correzione” mediante il quale il Padre nostro sprona gli esseri umani alla maturazione interiore, aiutandoli dunque a tornare sulla retta via (cf. Eb 12,7).
A questo valore “correttivo” della sofferenza, intesa quale mezzo per maturare interiormente e quindi per ravvedersi e riscattarsi da una precedente colpa commessa... faceva per esempio riferimento anche Gesù, quando affermava il legame tra colpa (peccato) e sofferenza, dicendo all’ammalato da Lui guarito: “non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio” (Gv 5,14)... laddove questo “qualcosa di peggio” può essere inteso come un'ulteriore esperienza “correttiva”, ancora più dolorosa, cui sarebbe andato incontro quell'uomo nel caso in cui fosse tornato a "peccare" [a].

A tale riguardo un pericoloso equivoco, assolutamente da evitare, è quello in cui cadono coloro (e sono molti, nelle varie dottrine religiose) che male-interpretano questo principio, credendo che Dio possa anche “dimenticarsi” di essere Misericordioso, e quindi possa anche infliggere delle “punizioni” fini a se stesse... se non esagerate o addirittura immeritate.
Ben lungi da questo genere di fraintendimenti rimangono quanti comprendono la concezione cristiana-ramirica di karma, rendendosi conto che la responsabilità dell'umana sofferenza non va attribuita a Dio, bensì alle scelte di libertà compiute in passato (in questa, o in precedenti vite) dall'essere umano che è chiamato ad affrontare le conseguenti esperienze di sofferenza.

Da questo punto di vista, le peculiari concezioni cristiane-ramiriche di karma e reincarnazione sono un po' come i “pilastri” teologici del “ponte” che collega la perfetta Giustizia e l'infinita Misericordia del Padre nostro... facendo così svanire la “maschera punitiva” erroneamente attribuita a Dio da varie credenze religiose.

Nella peculiare prospettiva del Cristianesimo ramirico, la legge karmica di causa-effetto non è infatti uno strumento punitivo... quanto invece il mezzo attraverso il quale il Padre nostro manifesta la sua Giustizia unitamente alla sua Misericordia, consentendo ad ogni essere umano di sperimentare su di sé gli effetti delle proprie azioni, nel bene e nel male... e dandogli così l'opportunità di compiere un percorso che gli permetta di acquisire progressivamente quella consapevolezza che scaturisce proprio dalla possibilità di sperimentare, e di prendere coscienza, degli effetti delle scelte effettuate in precedenza.

Pertanto... è l’umano libero arbitrio (e non Dio) il “responsabile” del tipo di difficoltà incontrate nello sviluppo di tale percorso.
E poiché la Misericordia del Padre nostro è inesauribile… l’eventuale possibilità di  reincarnarsi è un’opportunità di “correzione” estesa nel tempo... che Lui concede agli esseri umani ai quali una singola esistenza non è stata sufficiente per giungere alla salvezza.

In questa prospettiva, la reincarnazione è la più alta espressione della Misericordia di Dio, perché Lui non è affatto un “punitore” che condanna [b]… bensì il Padre compassionevole che sempre concede, alle persone che ne hanno bisogno, un’ulteriore possibilità di affrontare le esperienze necessarie a superare i loro errori e limiti e a crescere interiormente... consentendo loro di esaurire il karma generato nel passato, e quindi di raggiungere la Salvezza del definitivo ritorno all’eterna “Casa del Padre”.

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In relazione al concetto cristiano-ramirico di karma, puoi percorrere una pista di approfondimento che parte dall'apposita voce “karma” del Dizionario del mio blog “Un mio viaggio nel Soprannaturale, sulle impronte di Swami Roberto”.
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In relazione al concetto cristiano-ramirico di reincarnazione, in questo mio Diario puoi percorrere una pista di approfondimento che parte dal video “Cristianesimo e  reincarnazione” e che poi prosegue con questi post:
- Questione di... « come »  
- Senti chi parla... 
- Spirito unico e irripetibile 
- Nascere di nuovo 
- Alcuni “passi” nel purgatorio 
- La donna è donna... o uomo mancato? Incubi e farneticazioni dell'Aquinate (vedi P.S.) 

Inoltre, nel mio blog “Sui sentieri del Vangelo di Giovanni”, puoi vedere anche i post:
- Gv 9,2 (vedi l'approfondimento “una bella domanda”) 
- Nota esegetica su Gv 3,3-4  
- Gv 5,21 
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Nel mio blog “Sui sentieri dl vangelo di Giovanni” puoi approfondire:
[a] - Gv 5,14
[b] - Gv 12,47


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