Anche parlando con le persone con cui si condivide la quotidianità, a volte succede di scoprire situazioni sconosciute, mai emerse in precedenza.
Ieri mattina ho accompagnato Ramia Cisella a Torino, e durante il viaggio in auto mi sono reso conto che non conoscevo bene le circostanze nelle quali lei incontrò Swami Roberto. Così, le ho chiesto di raccontarmele.
Ieri mattina ho accompagnato Ramia Cisella a Torino, e durante il viaggio in auto mi sono reso conto che non conoscevo bene le circostanze nelle quali lei incontrò Swami Roberto. Così, le ho chiesto di raccontarmele.
(R.Cisella) Era la metà degli anni '80, ed io mi avvicinai a Roberto perché mia cognata me ne parlava tanto. "Sai - mi diceva - c'è un ragazzo a Leinì che prega ... e aiuta le gente".
Andasti a parlare con lui?
No, io cominciai andando ad ascoltare come pregava... e la sua preghiera mi colpì. Sembrava che parlasse direttamente a me. Pregava... e le sue parole mi entravano dentro.
Solo dopo un po' di tempo, quando avevo cominciato a frequentare spesso la Chiesetta di Leinì, arrivò il giorno in cui gli parlai.
No, io cominciai andando ad ascoltare come pregava... e la sua preghiera mi colpì. Sembrava che parlasse direttamente a me. Pregava... e le sue parole mi entravano dentro.
Solo dopo un po' di tempo, quando avevo cominciato a frequentare spesso la Chiesetta di Leinì, arrivò il giorno in cui gli parlai.
E cosa accadde?
Vissi la sensazione forte che stavo raccontandogli delle cose che lui sapeva già... e a quel tempo ancora non capivo come ciò fosse possibile.
Durante il colloquio mi delineò chiaramente i contorni della situazione che mi angosciava e mi indicò anche delle strade da percorrere per uscire dai miei problemi; però, più ancora delle sue parole mi colpirono i suoi occhi... uno sguardo che non avevo mai visto. Mi sembravano gli occhi di Gesù.
E poi?
Per un po' rimasi seduta in chiesa, sopra pensiero, visto che continuavo a respirare l'atmosfera di quell'incontro.
Finché, quando uscii per fare ritorno a casa, venni richiamata alla "realtà" da qualcosa di assai "strano": quel mattino io e mio marito avevamo penato non poco per giungere in macchina a Leinì, avendo dovuto fare i conti con una nebbia molto spessa, che concedeva una visuale ridottissima.
Infatti, all'uscita della Chiesa ritrovai ancora una barriera di nebbia che impediva di vedere il cancello distante solo poche decine di metri...
Però, dopo qualche passo all'aperto mi sentii raggiungere da una luce che riscaldò il mio capo. Sopra di me, si era creato uno spiraglio che, come un oblò, lasciava filtrare un raggio di sole, che mi costrinse a riparare gli occhi...
Non mi viene in mente nessun modo migliore per definire quel mio primo incontro con Roberto: un raggio di sole nella nebbia.
Cosa accadde dopo quel giorno?
Sentii rinascere dentro di me la speranza, e continuai a frequentare ancor più assiduamente gli incontri di preghiera in cui Roberto faceva crescere la mia fede in Dio. Sentivo che mi dava forza, e mi aiutava a vivere in modo completamente diverso le difficoltà della mia vita.
Finché arrivò il giorno, ed erano passati alcuni mesi, in cui partecipai ad una preghiera durante la quale Roberto impartì ai presenti l'unzione con l'olio benedetto.
Durante la benedizione, mi avvicinai a lui; non pensavo si ricordasse di me, né tantomeno dei problemi di cui gli avevo parlato tanto tempo prima... ma lui mi disse:
“Guarda che non mi sono dimenticato di tuo figlio: per lui prego sempre... e ti sono accanto”.
Quando tornai a casa, successe “un fatto” che subito non capii... e che solo molto tempo dopo seppi collegare a quelle parole.
Di cosa si tratta? Mi sembrano parole chiare, cosa c'era da capire?
In quel periodo portavo una collanina girocollo con un piccolo crocifisso. Una volta tornata a casa, mi cambiai d'abito davanti allo specchio e... vidi un'impronta a forma di crocifisso all'altezza del mio cuore. Era come una piccola bruciatura, formatasi chissà come.
Chiamai subito Franco, mio marito, ed entrambi restammo allibiti. Non potevamo spiegarci come quel crocifisso, che restava attaccato alla collanina strettamente aderente al collo, avesse potuto spostarsi "da solo" di circa 20 cm, per andare ad imprimere quella bruciatura indolore sulla pelle.
Per forma e dimensioni... era un segno che corrispondeva esattamente a quel crocifisso.
Non capivo cosa era successo.
Vissi la sensazione forte che stavo raccontandogli delle cose che lui sapeva già... e a quel tempo ancora non capivo come ciò fosse possibile.
Durante il colloquio mi delineò chiaramente i contorni della situazione che mi angosciava e mi indicò anche delle strade da percorrere per uscire dai miei problemi; però, più ancora delle sue parole mi colpirono i suoi occhi... uno sguardo che non avevo mai visto. Mi sembravano gli occhi di Gesù.
E poi?
Per un po' rimasi seduta in chiesa, sopra pensiero, visto che continuavo a respirare l'atmosfera di quell'incontro.
Finché, quando uscii per fare ritorno a casa, venni richiamata alla "realtà" da qualcosa di assai "strano": quel mattino io e mio marito avevamo penato non poco per giungere in macchina a Leinì, avendo dovuto fare i conti con una nebbia molto spessa, che concedeva una visuale ridottissima.
Infatti, all'uscita della Chiesa ritrovai ancora una barriera di nebbia che impediva di vedere il cancello distante solo poche decine di metri...
Però, dopo qualche passo all'aperto mi sentii raggiungere da una luce che riscaldò il mio capo. Sopra di me, si era creato uno spiraglio che, come un oblò, lasciava filtrare un raggio di sole, che mi costrinse a riparare gli occhi...
Non mi viene in mente nessun modo migliore per definire quel mio primo incontro con Roberto: un raggio di sole nella nebbia.
Cosa accadde dopo quel giorno?
Sentii rinascere dentro di me la speranza, e continuai a frequentare ancor più assiduamente gli incontri di preghiera in cui Roberto faceva crescere la mia fede in Dio. Sentivo che mi dava forza, e mi aiutava a vivere in modo completamente diverso le difficoltà della mia vita.
Finché arrivò il giorno, ed erano passati alcuni mesi, in cui partecipai ad una preghiera durante la quale Roberto impartì ai presenti l'unzione con l'olio benedetto.
Durante la benedizione, mi avvicinai a lui; non pensavo si ricordasse di me, né tantomeno dei problemi di cui gli avevo parlato tanto tempo prima... ma lui mi disse:
“Guarda che non mi sono dimenticato di tuo figlio: per lui prego sempre... e ti sono accanto”.
Quando tornai a casa, successe “un fatto” che subito non capii... e che solo molto tempo dopo seppi collegare a quelle parole.
Di cosa si tratta? Mi sembrano parole chiare, cosa c'era da capire?
In quel periodo portavo una collanina girocollo con un piccolo crocifisso. Una volta tornata a casa, mi cambiai d'abito davanti allo specchio e... vidi un'impronta a forma di crocifisso all'altezza del mio cuore. Era come una piccola bruciatura, formatasi chissà come.
Chiamai subito Franco, mio marito, ed entrambi restammo allibiti. Non potevamo spiegarci come quel crocifisso, che restava attaccato alla collanina strettamente aderente al collo, avesse potuto spostarsi "da solo" di circa 20 cm, per andare ad imprimere quella bruciatura indolore sulla pelle.
Per forma e dimensioni... era un segno che corrispondeva esattamente a quel crocifisso.
Non capivo cosa era successo.
E quando lo capisti?
Quando reincontrai il Maestro, che mi disse: "Tu hai una grande croce da portare... ed io ti aiuterò a farlo. Intanto... te l'ho già fatta vedere".
Mentre diceva quelle parole, la sua mano indicava il punto preciso in cui c'era l'impronta del crocifisso. Poi... sorpresa dopo sorpresa... quella stessa sera scoprii che l'impronta era scomparsa!
Io capii che grazie a Swami Roberto la croce karmica della mia vita si era spostata, e pur se mi ero trovata nelle condizioni di dover continuare a farvi fronte, al punto che il mio cuore ne era stato marchiato... era anche avvenuto che non ne avvertissi più il peso.
Infatti... a partire da quel giorno era cambiato radicalmente lo stato d'animo con cui mi ero trovata ad affrontare le prove della mia vita. Inoltre, al mio cuore successero anche tante altre cose, che mi portarono non solo ad affrontare in modo diverso il mio percorso karmico, ma pure ad aiutare gli altri ad affrontare il proprio.
Infatti il 1° gennaio del 2001 mi consacrai Ramia, e da allora il Signore mi aiuta a camminare sicura sulla sua strada.
Quando reincontrai il Maestro, che mi disse: "Tu hai una grande croce da portare... ed io ti aiuterò a farlo. Intanto... te l'ho già fatta vedere".
Mentre diceva quelle parole, la sua mano indicava il punto preciso in cui c'era l'impronta del crocifisso. Poi... sorpresa dopo sorpresa... quella stessa sera scoprii che l'impronta era scomparsa!
Io capii che grazie a Swami Roberto la croce karmica della mia vita si era spostata, e pur se mi ero trovata nelle condizioni di dover continuare a farvi fronte, al punto che il mio cuore ne era stato marchiato... era anche avvenuto che non ne avvertissi più il peso.
Infatti... a partire da quel giorno era cambiato radicalmente lo stato d'animo con cui mi ero trovata ad affrontare le prove della mia vita. Inoltre, al mio cuore successero anche tante altre cose, che mi portarono non solo ad affrontare in modo diverso il mio percorso karmico, ma pure ad aiutare gli altri ad affrontare il proprio.
Infatti il 1° gennaio del 2001 mi consacrai Ramia, e da allora il Signore mi aiuta a camminare sicura sulla sua strada.