lunedì 8 dicembre 2014

Rahamîm

« Esistere e non amare è scegliere di cancellarsi dall’esistenza » 
                          (Swami Roberto)

Spingendomi a riflettere su cosa significhi, nel concreto, amare... queste parole di Swami mi fanno oggi tornare in mente una celebre pagina di Luca, nella quale un dottore della legge chiede a Gesù:  “Maestro, che cosa devo fare per avere la vita eterna?” (Lc.10,25) 
La risposta, contenuta nella parabola del buon Samaritano, ci ricorda come la carità che esprimiamo verso il prossimo costituisca la “misura” della qualità spirituale della nostra vita e, quindi, anche il modo per "non cancellarci dall'esistenza".
Il buon Samaritano che passa vicino all'uomo “mezzo morto” sul ciglio della strada gli presta soccorso perché, è scritto nel Vangelo, “ne ebbe compassione(Lc.10,33)... ma questa generica traduzione, “compassione”, assume una connotazione più precisa andando a vedere il verbo greco utilizzato in origine da Luca, splanknizein, che ha il significato di "commuoversi fin nelle viscere".
Non si tratta quindi semplicemente dell'osservanza di un obbligo morale o religioso, o dell'adempimento di un astratto principio di solidarietà ma, ben di più, di un coinvolgimento viscerale che tocca dentro... nelle fibre più profonde della propria umanità.

Significativamente, è lo stesso concetto che ritroviamo nella parola ebraica rahamîm, indicante il grembo materno e, con esso, la viscerale dedizione di una madre che sa amare andando oltre i calcoli di convenienza, i pericoli e le convenzioni... e che è nientemeno che il modello antropomorfo usato per esprimere la Materna Misericordia divina sia nella Bibbia, sia nella Basmala, vale a dire la formula araba "Bi-smi 'llāhi al-Rahmāni al-Rahīmi" (In nome di Dio, Clemente, Misericordioso) con cui si aprono tutte le sure del Corano, salvo la sura IX.
Eccoci allora arrivati alla nostra odierna meta, perché si trova proprio qui... nella nostra capacità di attuare l'esodo dall' "Egitto" del nostro egoismo fino alla "Terra Promessa" della nostra divina sensibilità risvegliata... che noi siamo presenti per davvero nel “libro sacro” della nostra esistenza, e così “facciamo rotta” verso la vita eterna.

« L'uomo non è grande quando vive da uomo…
Ma è immenso 
quando vive da Dio,
perché si riconosce Amore. »
                 (Swami Roberto)










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