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martedì 17 febbraio 2015

L'aldilà... nell'aldiquà

« Tutto passa, tutto “era”. 
Non c'è “era” nella nuova Era. 
Non conta ciò che era, né quel che sarà...
Conti solo tu, che mai eri, perché nell'Eterno sempre sei! ».

                                                (Swami Roberto)

Come se fossero una marea montante, le “ondate" successive di questo pensiero mi raggiungono trasportandomi nel “sempre presente” dell'Eterno, là dove... dice Swami a ciascuno di noi... “tu sempre sei!”
E' proprio l'illimitata continuità di questo "sempre", che mi fa venire in mente come la meta spirituale dell'Eternità ovviamente non appartenga al passato ma... in quanto dimensione a-temporale... neanche a quel futuro nel quale molti sono invece abituati a relegarla.
Mi riferisco non soltanto a quei credenti che "umanizzano" il paradiso eterno, immaginandoselo in termini di tempo e spazio... ma anche a quegli "addetti ai lavori" che, per esempio, hanno scritto la frase contenuta del catechismo cattolico “la vita eterna inizierà subito dopo la morte” (Compendio art.207) della quale un giorno mi parlò una persona che si chiedeva... come possa iniziare ciò che per definizione non può avere inizio.
Fuori da questa ed altre contraddittorietà mi guida il “sempre sei” di Swami che... cancellando il paradosso di una Eternità immaginata con un inizio nel tempo futuro... mi spinge oggi verso un importante concetto spirituale che si trova in vari passaggi del Vangelo di Giovanni, come per esempio: "Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita" (Gv. 5,24).
Significativamente, il quarto evangelista non dice "avrà", bensì "ha" la vita eterna... e non dice "passerà", bensì "è passato", legando questa conquista spirituale all'ascolto della parola e alla fede in Cristo, e non ad un evento ancora da realizzarsi, da collocare necessariamente nel futuro.

Questo peculiare concetto giovanneo di “vita eterna”, chiamato dagli studiosi "escatologia anticipata", mi ricongiunge così alla frase di Swami dalla quale sono partito, e precisamente a quelle parole “non conta ciò che era, ne quel che sarà” che ci parlano di una salvezza che non appartiene ad un futuro aldilà... ma va invece conquistata nell'aldiquà... adesso.

« Per non perdere la coincidenza... devi coincidere. »
                        (Swami Roberto)

Per salire sul treno della salvezza eterna, la “coincidenza” da non perdere è infatti quella di un presente da vivere in maniera combaciante con l' "Eterno Presente" di Dio, al fine di realizzare già ora, nella nostra attuale incarnazione, quella vita piena... in greco “zōē”...  che ancora il Gesù giovanneo non promette che darà, bensì che fin d'ora da' a quanti “conoscono”, e dunque “amano” il Cristo: “Questa è la vita (zōē) eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo” (Gv.17,3).

E' questa la verità che, una volta "rispolverata"... mette con le "spalle al muro" tutti quei fedeli della procastinazione che si illudono di salvarsi in un futuro aldilà al quale rinviano ciò che potrebbero e dovrebbero fare oggi... e mi ricongiunge invece alle parole di Swami, che soffiano nei miei pensieri la realtà di una salvezza che viene conquistata solo da quanti... già nell'aldiquà... decidono di stare per davvero dalla parte dell'Eterno.

« Non devo pensare a Dio, ma devo essere in Dio ».
                      (Swami Roberto)