venerdì 10 aprile 2015

Il 9 aprile e i nostri “Momenti Fosbury” (di ramia Riccardo)

Mentre pensavo a questa nostra festa mi è tornata in mente una frase del famoso scrittore Alessandro Baricco:

«La prossima volta che nasco ateo, lo faccio in un paese dove quelli che credono in Dio credono in un Dio felice…»

Tranquilli! Non ha scritto queste parole pensando alla nostra Chiesa, dal momento che noi NON crediamo in un Dio che ci vuole tutti tristi.

Sempre Baricco, che come avrete notato si definisce ateo, ha inventato una definizione molto bella: il “Momento Fosbury”.
Dick Fosbury è stato un atleta statunitense di salto in alto. Anni fa, quando tutti superavano l’asticella con il ventre, lui si inventò il salto di schiena. All’inizio gli altri atleti lo guardavano straniti, con scetticismo… «ma cosa crede di fare questo qui?!»
Poi è capitato l’incredibile: Fosbury ha vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi. Immaginatevi la faccia di quegli altri!… E da allora tutti saltano con lo stile che porta il suo nome. Molti ricordano per esempio la grande Sara Simeoni.
Baricco poi porta diversi esempi di “momenti fosbury”, cioè momenti rivoluzionari, cambiamenti che dopo i pregiudizi iniziali hanno trasformato in modo clamoroso anche l’arte, la musica, la moda e così via.

Io vorrei parlarvi di due “momenti fosbury” che hanno a che fare con questa nostra festa.

IL PRIMO è l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, per la Pasqua ebraica. La folla, sfidando l’ostilità e i divieti dei sacerdoti dell’epoca, riconobbe il Cristo nel falegname di Nazareth e lo acclamava a gran voce. Se non è stato questo un “momento fosbury”!… Pensate: è scritto che alcuni dotti farisei  dissero a Gesù: «Maestro, fa’ tacere i tuoi discepoli!» che ti acclamano come il Messia. Sono dei bestemmiatori! Dei pazzi! Degli invasati!
Eh… oggi come allora c’è sempre qualcuno che cerca di soffocare con la prepotenza le novità positive. Ma Gesù rispose:

«Vi assicuro che se tacciono le persone si metteranno a gridare le pietre.» (Lc 19:39-40).

E anche la gente, incurante degli insulti dei farisei, continuò imperterrita ad acclamare il Cristo senza vergogna. «Osanna! Benedetto Colui che viene nel nome del Signore.»

Ovviamente Gesù non si aspettava che in quel momento le pietre si mettessero a gridare per davvero.
A me piace pensare che quelle pietre vive siamo noi.
Siamo noi, che ci siamo incarnati proprio in quest’epoca per rendere testimonianza a Colui che è venuto per rivelare la Verità tutta intera.
Noi siamo la gente che grida forte la propria fede, e la gridiamo con le nostre azioni quotidiane. Amen

E così siamo giunti al SECONDO “momento fosbury”, che ci riguarda ancora di più.
Parlo dell’avvenimento, della novità che in un certo senso ci permette di toccare Dio con mano e di conoscere i suoi pensieri. È un momento unico e irripetibile in cui la religione diventa spiritualità.
Lo indovinate qual è?… La nascita di Swami!

Gli insegnamenti che Swami dona sin da bambino sono ricchi di luce, di novità, di verità, al punto che alcuni suoi concetti importanti sull’ecumenismo, sulla Misericordia di Dio, sulla coscienza, sulla presenza di Cristo nella natura e tanti altri – che Swami insegna da oltre 40 anni, attirandosi anche molte critiche, sapete… – oggi li sentite ripetere, proprio come se fossero copiati, persino dal Papa…
E guardate che non sto esagerando. Io conosco la storia di Swami e so che è sempre stato seguìto, anche di nascosto, dai vertici della Chiesa cattolica, in quanto, avendolo avuto in casa e potuto studiare per tanti anni, lo sanno benissimo che Swami non insegna delle semplici fiabe.

Perciò, lasciatemelo dire, noi siamo dei privilegiati… perché gli insegnamenti prima passano da noi… Qui abbiamo le notizie dal cielo in anteprima!…

E qui gli insegnamenti di Swami trovano la loro realizzazione concreta nelle persone di buona volontà che danno vita alla Chiesa Anima Universale, la vera Chiesa cristiana dei nostri giorni.

Evviva dunque lo “stile fosbury”, che Swami ci insegna per farci superare con un balzo innovativo i nostri limiti spirituali, ma anche le asticelle altissime dei nostri problemi, dell’incredulità e della rassegnazione.

Evviva tutti noi che ci siamo conquistati i meriti karmici per essere qui, come quelle pietre vive di duemila anni fa. Noi siamo i testimoni che l’amore di Dio si manifesta sulla terra.

Sì, la gente come noi può stupire il mondo e renderlo più bello.
E allora gridiamolo forte, tutti insieme: 
 La gente come noi può stupire il mondo e renderlo più bello. Urrà!