venerdì 11 dicembre 2015

Cristo... Vita cosmica

Il dialogo che vi riassumo oggi è nato dal libro “Ascoltando il Maestro”, che il giovane universitario già incontrato qualche mese fa... (vedi il post « Questione di...  "come" »)...  ha portato con sé, chiedendomi di parlargli di una questione ben precisa.
Dopo avermi letto, all'interno di un discorso di Swami, una breve frase « Cristo è la vita incarnata in te, per te e con te »... lui mi ha chiesto alcuni chiarimenti riguardo a questo concetto... "Cristo è la vita"... che, nei termini da me espressi nell'articolo “l'ex anello mancante”, gli è sembrato un po' “fuori dalle righe” rispetto alle sue concezioni teologiche cristiane.
Ad un certo punto mi ha detto: « Il concetto di Cristo-preesistente a cui lei ha fatto riferimento parlando del Lógos del Vangelo di Giovanni (vedi il post "in principio")... io personalmente faccio fatica a collegarlo con l'altro concetto che emerge dal vostro Pensiero spirituale, ovvero quel "Cristo cosmico" che voi identificate nella Vita presente ovunque in questa dimensione... in ogni essere vivente ».
Dopo che alcune sue ulteriori considerazioni mi hanno fatto anche capire che lui interpretava questa nostra concezione come una sorta di “deviazione-panteista” (dal gr. pân ‘tutto’ e theós ‘Dio’) rispetto al cristianesimo secondo lui “ortodosso”... ho iniziato a rispondergli collegandomi alla sua citazione del Lógos di Giovanni, e dicendogli: « Guardi che è stato proprio questo evangelista ad attribuire a Cristo il respiro “cosmico” a cui lei fa riferimento »...

Per spiegargli cosa intendevo dire, ho cominciato a parlargli di alcuni aspetti introduttivi... dei quali lui era peraltro già al corrente... ovvero il fatto che il vocabolo Lógos (Verbo-parola) richiama il concetto religioso dell'ebraica “Dabar Yahvè”, cioè la Parola di Dio che portò ogni cosa all'esistenza (Gen.1)... e anche il concetto giudaico di "Sapienza divina" (Hokmah), la cui “personificazione” operata dagli autori biblici (per es. Pv 8,22-31; Sir 24,1-22)... fu tra l'altro considerata, da parte dei primi teologi cristiani, una veterotestamentaria anticipazione della “persona” Cristo-Lógos della successiva teologia trinitaria.

Poi... siamo finalmente arrivati al "nocciolo" della questione, quando gli ho evidenziato un fondamentale aspetto che a lui era sfuggito:
« Usando appositamente il termine greco Lógos - gli ho detto ad un certo punto - l'evangelista ha voluto richiamare anche il significato attribuito a questo termine dai filosofi stoici... che lo concepivano come il principio divino che governa il cosmo, nella forma di un soffio igneo e razionale che penetra in tutti gli elementi dell'universo e che dà loro movimento e vita. A questa dottrina fa allusione il discorso tenuto da Paolo di Tarso(At 17,28) all'Areopago... ed è su queste basi che i primi Padri cristiani apologisti (Giustino, Clemente Alessandrino) svilupparono la loro teologia del Lógos» 
(cfr. voce "Logos" su “Dictionnaire des religions”, diretto dal card.Paul Poupard, Paris, PUF, 1993)

Gli ho poi sottolineato che questo concetto stoico di "Lógos-cosmico"... che viene considerato dagli studiosi una sorta di panteismo... è stato dunque introdotto nella teologia cristologica proprio a seguito del fatto che l'evangelista Giovanni ha appositamente utilizzato questo vocabolo, ponendolo addirittura nelle "fondamenta" del suo Vangelo.
Mentre gli dicevo queste cose, mi è tornato in mente uno dei miei « pensieri... "a caldo" » dello scorso giugno, relativi allo stesso tema, e così ho invitato il mio interlocutore ad approfittare del suo smarthphone per andare a leggerlo on-line sul mio diario.
Non appena mi ha fatto vedere la videata della pagina in questione, gli ho indicato il passaggio in cui misi in evidenza come... seppur con molto ritardo rispetto a ciò che Swami Roberto insegna sin da bambino... Papa Francesco ha affermato nella sua enciclica: « I Vescovi del Brasile hanno messo in rilievo che tutta la natura, oltre a manifestare Dio, è luogo della sua presenza. In ogni creatura abita il suo Spirito vivificante che ci chiama a una relazione con Lui ».

« In effetti - mi fa lui - queste parole sembrano avere il "sapore" di una ventata di  cattolico "aggiornamento teologico" »...
« Solo il tempo dirà quanto veramente lo siano - gli ho allora risposto - nella misura in cui si "tradurranno" anche nelle conseguenti correzioni dottrinali che... a quel punto... diventerebbero un vaticano adeguamento ad uno dei concetti che da sempre fanno parte delle "fondamenta" teologiche della mia Chiesa ».

Nel prosieguo del nostro dialogo, ho fra l'altro evidenziato al mio interlocutore che il Pensiero spirituale di Anima Universale trae origine dalla Conoscenza innata in Swami Roberto e dunque, solo approfondendo i Suoi insegnamenti lui avrebbe avuto a disposizione maggiori elementi per comprendere appieno la nostra concezione di Cristo-Vita.
« Però – gli ho detto ad un certo punto – visto che siamo in argomento, io voglio farle notare anche un ulteriore passaggio delle Scritture che, nel frattempo, può aiutarla a riflettere ancora un po'».
Gli ho così evidenziato un altro dei tre punti neotestamentari nei quali Giovanni usa il termine Lógos, e precisamente la sua prima lettera... che inizia con le parole “Colui che era fin dal principio (cioè) il Verbo della Vita”(1Gv1,1)... e poi, nel secondo versetto, continua : "La vita infatti si manifestò, noi l'abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza”.(1Gv1,2)

Dopo aver osservato come queste parole fossero assai significative in rapporto al nostro discorso odierno, ho salutato il mio interlocutore... ma adesso lo richiamo in causa per fargli concludere la mia pagina:
Qui di seguito trascrivo infatti il passaggio che lui aveva "incorniciato" a matita nella pagina del suo "Ascoltando il Maestro".

« L’azione suprema dell’Amore consiste nel riconoscere il Cristo, 
in qualsiasi forma Lui si presenti a voi. 
Se Lo amate, vi rendete conto dei suoi provvidenziali interventi nella vostra esistenza e riconoscete la Parola di Dio, il Verbo, 
Colui che parla come eco del Pensiero del Padre, 
l’Unto del Signore ».
(Swami Roberto, Asc.Maestro.Vol.II Pag.159)


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