sabato 26 marzo 2016

Quando l' « inspiegabile »... spiega molto

Leggendo alcune pagine dei Testi Sacri della tradizione ebraica, questa mattina mi sono soffermato su una questione ai confini dell'incredibile, che ruota attorno ad una delle principali festività religiose dell'Ebraismo... lo Yom Kippur... il “giorno dell'espiazione” nel quale i peccati vengono perdonati.
Per lunghi secoli, fino alla tragica distruzione del Tempio di Gerusalemme avvenuta nel 70 d.C. ad opera delle armate romane, nella città Santa lo Yom Kippur prevedeva varie celebrazioni religiose...

Tra di esse, la principale era l'immolazione di un “capro espiatorio” scelto tra due animali associati a due pietre, una bianca (destra) e una nera (sinistra), che il Sommo Sacerdote sceglieva casualmente nel cosiddetto “lotto”(sorteggio).
Sulla testa del capro espiatorio veniva anche fissata una striscia di color rosso scarlatto (cremisi), un brandello della quale veniva poi legata alla porta del Tempio in modo che il suo schiarirsi dal rosso al bianco potesse rappresentare il fatto che lo Yom Kippur era stato accettato da Dio, come si evince anche da queste parole di Isaia:
« Dice il Signore: “anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve; se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana" ».(Is 1,18)

Dopo la distruzione del Tempio avvenuta nel 70 d.C. (che tra l'altro comportò lo stravolgimento delle precedenti pratiche cultuali) il popolo ebraico cominciò a scrivere il Talmud e, più precisamente, iniziarono ad essere scritte due versioni... il Talmud di Gerusalemme e il Talmud Babilonese... frutto di due distinte tradizioni del Giudaismo rabbinico.
Entrambi questi Testi raccontano un evento a dir poco “inspiegabile”, che nella edizione talmudica curata dal celebre rabbino Jacob Neusner è così riportato:

« Quaranta anni prima della distruzione del Tempio, la luce occidentale si spense, il filo cremisi(rosso scarlatto) rimase cremisi, e il lotto per il Signore avvenne sempre con la mano sinistra. Avrebbero chiuso le porte del tempio di notte e si sarebbero alzati la mattina trovandole aperte » (Jacob Neusner, The Talmud of the Land of Israel, vol.14, pag.176)
Analogamente, nel Talmud Babilonese si legge:
« I nostri rabbini insegnarono: Nel corso degli ultimi quaranta anni prima della distruzione del Tempio il sorteggio (lotto) (“per il Signore”) non venne su con la mano destra, né il cinturino color cremisi divenne bianco, e la lampada occidentale non ha più brillato di lucentezza, e le porte del Hekel (Tempio) si sarebbero aperte da sole » (Soncino version, Yoma 39b).

I due distinti “rami” della tradizione ebraica si confermano dunque a vicenda nel riportare un avvenimento straordinario e dall'evidente portata simbolica:
Un rituale che per secoli si era svolto conformemente ai caratteri del “lotto”(sorteggio), con una casuale ed irregolare alternanza tra destra-bianco e sinistra-nero, fu sempre sinistra-nero per 40 anni di fila !!!... durante i quali il panno rosso non divenne più bianco !!!...  e la lampada principale del candelabro del Tempio (Menorah) continuò incessantemente a spegnersi nonostante i tentativi di tenerla accesa !!!... e le porte del tempio si aprivano da sole !!!...
Questi segni, così nefasti che più nefasti non avrebbero potuto essere, si riflettevano per esempio in  queste parole del rabbino capo della comunità ebraica di quell'epoca, così riportate nel Talmud di Gerusalemme:
« Disse Rabban Yohanan Ben Zakkai al Tempio,‘O Tempio, perché ci spaventi? Sappiamo che tu finirai distrutto. Per questo è stato detto,‘Apri le tue porte, O Libano, che l’incendio possa divorare i tuoi cedri (Zaccaria 11:1) » (Sota 6:3).

Questo “perché ci spaventi?” è una domanda che appare naturalissima a fronte di un tale concatenarsi di segni di sventura, la cui ininterrotta e quarantennale durata richiama il significato del numero 40, che biblicamente indica il tempo necessario per un cambiamento radicale (basti pensare per esempio al Diluvio che si prolunga 40 giorni e 40 notti, nonché ai 40 anni di permanenza nel deserto da parte degli israeliti in fuga dall'Egitto).
A posteriori, nasce spontanea anche una conseguente domanda: qual è stato il terribile evento accaduto nel 30 d.C. … cioè esattamente 40 anni prima del 70 d.C. … che abbia potuto “giustificare” cotanti segni di sventura, concretizzatisi poi in quello che dal punto di vista ebraico fu il dramma supremo... cioè la distruzione del Tempio di Gerusalemme ?

Di fronte a questo interrogativo, le possibili risposte interpellano ovviamente la fede... e non solo quella ebraica, perché... guarda caso... il “fatidico” anno 30 d.C., cioè il momento nel quale “deve essere successo” quel fatto terribile che ha poi portato alla distruzione del Luogo più sacro della religione biblica... è un anno nel quale, a Gerusalemme, si svolgeva anche la vicenda di Gesù.
Ecco allora che, nella prospettiva cristiana, questi requisiti estremamente “selettivi”... tali da giustificare il concatenarsi dei segni nefasti che hanno preceduto la distruzione del Tempio Gerosolomitano... possono essere ricondotti ad un fatto: la crocifissione, morte e resurrezione del Messia, Gesù di Nazareth.

Si tratta evidentemente di una “lettura” che ha in sé una grande forza: quella di “attingere” attendibilità proprio dal fatto che le “informazioni” su cui si basa... contenute nei due distinti e concordanti racconti talmudici... provengono dunque da una tradizione religiosa “avversa” al Cristianesimo.
Dando per scontato che, dal punto di vista ebraico, le analisi non possono che essere diverse... io concludo questo mio odierno percorso pensando ad un ulteriore aspetto della questione, che è richiamato da una “attinente” osservazione di Papa Ratzinger:

“Vespasiano affidò l'incarico della conquista di Gerusalemme al figlio Tito. Questi, secondo Giuseppe Flavio, deve essere arrivato davanti alla città santa presumibilmente proprio nel periodo delle festività della Pasqua, il 14 del mese di Nisan, quindi nel 40° anniversario della crocifissione di Gesù”.
(Papa Benedetto XVI, Gesù di Nazareth, vol.2)

Questa circostanza rilevata da Papa Ratzinger, e cioè che la distruzione di Gerusalemme ad opera dei romani ebbe probabilmente inizio in concomitanza con la Pasqua del 70 d.C. … "nel 40° anniversario" della Pasqua del 30 d.C. in cui Gesù morì e risorse... lancia un “messaggio” forte e chiaro:
Il “quarantennale segno” di cui parlano i due Testi talmudici viene “circoscritto” da una “cornice” pasquale poggiata sulla Resurrezione di Cristo avvenuta il 9 aprile dell'anno 30 d.C.
E' questo il "quadro" grazie al quale... anche l'inspiegabile trova la sua spiegazione.



Puntata successiva: “...eppure mi ha aperto gli occhi !”


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