Mi riferisco alla “parabola degli invitati al banchetto” (Lc 14,15-24) nella quale... dopo che gli invitati ufficiali (che rappresentano i capi del Giudaismo all'epoca di Gesù) declinano l'invito... il "padrone di casa" incarica il suo servo di invitare al loro posto “poveri e storpi e ciechi e zoppi” (cioè gli strati disprezzati e discriminati della società ebraica).
Metaforicamente la scena rappresenta l'annuncio della chiamata al "regno di Dio" ove tutti possono entrare e che... come la storia ha poi dimostrato... ha visto questa chiamata di Gesù accolta non tanto dai rappresentanti ufficiali dell'istituzione religiosa ebraica, quanto invece dalle categorie che all'epoca erano socialmente emarginate nonché... successivamente... anche dai “pagani”, cioè dai non ebrei presso i quali la “Buona novella” dei Vangeli trovò infine terreno fertile.
Ora... ciò che le ricostruzioni “istituzionali” della storia religiosa cristiana tendono abitualmente a sorvolare, è una circostanza legata proprio alle parole riferite agli “ultimi” invitati “sollecitali a entrare affinché la mia casa si riempia” (Lc 14,23).
Per mettere in luce tale questione, prendo a prestito le parole del teologo e presbitero cattolico H.Kung, il quale scrive che Agostino di Ippona, figura di primissimo piano della tradizione cristiana cattolica, “dovendosi confrontare con sempre nuovi gruppi di eretici e impressionato dall’uso di metodi repressivi duri, pensò di poter dare una giustificazione teologica alla violenza contro eretici e scismatici facendo ricorso alle parole di Gesù nella parabola del banchetto, dove la versione latina intensifica il significato dell’originale greco traducendo coge intrare: “costringili (invece di “spingili”, “invitali”) a entrare” (Lc 14,23). Agostino dunque, (…) diventa fatalmente, nei secoli, il testimone principale della giustificazione teologica - [Kung qui parla ovviamente della teologia della Chiesa cattolica] - delle conversioni forzate, dell’Inquisizione e della guerra santa contro dissidenti di ogni tipo; cosa che non ha riscontro in questi termini nella Chiesa d’Oriente. (…) Cosi, contrariamente alle tradizioni della Chiesa antica, si giunse a guerre di conversione, guerre contro i pagani, guerre contro gli eretici, perfino alle crociate” (H.Kung, "Salviamo la Chiesa", Milano, Rizzoli 2011, p.106).
Kung si riferisce qui alla dottrina della “giusta persecuzione” che Agostino ha formulato con espressioni del tipo “Le persecuzioni non sono tutte uguali. Ci sono persecuzioni giuste e persecuzioni ingiuste"... e ovviamente Agostino intende che sono "ingiuste" quelle fatte dagli altri, e "giuste" quelle fatte dalla Chiesa cattolica.
Infatti, in un altro passaggio precisa che "La Chiesa perseguita per amore” (Agostino di Ippona, “La giusta persecuzione dell'eresia donatista”, VII,4) e così lascia in eredità ai suoi “posteri” una aberrante giustificazione teologica fondata sulla Scrittura... cioè sul sopracitato versetto di Luca interpretato secondo la propria "cattolica" convenienza... in seguito alla quale sono stati versati fiumi di sangue.
A questo riguardo... la più “classica” delle osservazioni comunemente adottata da chi ha interesse a risolvere rapidamente la questione... è quella di osservare che si tratta, evidentemente, di una pagina di storia religiosa ormai relegata al passato... con tante scuse... come in certi "pulpiti" è d'uso fare.
Senonché... se fossero veramente "cose passate"... non dovrebbe esserci più traccia del concetto teologico che è alla base di questa dottrina... ovvero l'idea diabolica che “per una (ipotetica) giusta causa” anche la “persecuzione” possa essere ammessa.
Invece... basta guardarsi un po' intorno per constatare come ci siano anche al giorno d'oggi delle moderne forme di “persecuzione giusta” :-( che vengono purtroppo applicate... come quella adottata nei confronti di chi non si conforma alla morale religiosa socialmente “dominante” in relazione, per esempio, ai temi della sessualità, o della famiglia “tradizionale”... per non parlare poi delle persecuzioni nei confronti di chi “si permette” di professare una fede cristiana non allineata con il "Cristianesimo ufficiale” praticato da quella che di fatto è ritenuta da molti la “religione di Stato”.
I presunti rappresentanti di Cristo che "ragionano" così... non si rendono conto di essere in realtà passati dalla parte degli “invitati ufficiali” di cui parla la parabola lucana, ovvero dalla parte di coloro che hanno disertato il banchetto di amore indetto da Cristo stesso.
A questo banchetto sono invece invitati (ma non certo costretti ad entrare) proprio gli ultimi... gli emarginati, i discriminati... ai quali anche oggi l'Immanu-El... il “Dio in mezzo a noi” si rivolge... per “riempire la sua casa” (Lc 14,23).
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