Sin dagli albori della tradizione cristiana, nella simbologia teologica le allegorie tratte dal fuoco assumono una primaria importanza rispetto a quelle tratte dagli altri elementi naturali.
Nell'Antico Testamento il fuoco è infatti “una delle immagini preferite per rappresentare l’Essere e l’agire di Dio” (*), come ci ricordano per esempio i brani nei quali il Signore si rivela a Mosè in un roveto ardente (Es 3,2) o anche nella colonna di fuoco che durante la notte indica il cammino al popolo che si allontana dall’Egitto (Es 13,21)… in una identificazione simbolica che per esempio trova “eco” anche in Oriente, in un versetto della Bhagavadgītā (4,25) dove “Bráhma è identico al Fuoco” (**).
Passando al Nuovo Testamento, in un brano del Vangelo di Luca si legge: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12,49).
Con queste parole Gesù auspica l’instaurazione del Regno di Dio mediante un benefico “incendio” di purificazione dal male… un "rogo" che ogni credente deve accendere in sé stesso accogliendo l’Ignis Ardens, cioè il “Fuoco ardente” dello Spirito Santo (cf. At 2,3).
Questo fuoco purificatore si ravviva in me ad ogni Darshan, quando la benedizione donata da Swami con la Sacra Fiamma “fa un rogo con i miei limiti e disperde le ceneri del mio karma”.
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P.S. - Significativamente, alla base del greco pyr (fuoco) e del latino purus (puro) si trova una comune radice linguistica, a ricordarci come il fuoco sia al contempo “puro” e “purificante”.
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(*) Dizionario delle Immagini e dei simboli biblici, M.Lurker, Ed.paoline, 1990 Milano, p.89
(**) Cf. Dizionario dei simboli, J.Chevalier e A.Gheerbrant, Rizzoli, 1992, Vol.I pag.475, 478.