Lui ha cominciato con il dirmi che, essendo “isolato”, questo episodio è di per sé insufficiente a "contrastare" tutto il resto del Vangelo nel quale non c'è nessun'altra traccia del concetto di reincarnazione.
Per suffragare questa sua considerazione, ha aperto il libro che portava con sé (“Cristianesimo e reincarnazione”, Editrice Elle Di Ci, Torino, 1997) ed ha cominciato a leggermi un passaggio in cui l'autore don Piero Cantoni, nell'ambito di una serie di osservazioni volte a sostenere la sua tesi "antireincarnazionista", scrive anche: “L'unico punto in cui sembra attestata, in modo inequivocabile, una implicita credenza nella reincarnazione è l'episodio della guarigione del cieco nato in Gv 9,1-12”.
« Ecco vede – ha subito aggiunto il mio interlocutore – don Cantoni, che in questo suo libro spiega la sua posizione contraria alla reincarnazione, scrive che il punto di cui ha parlato anche lei è l'unico passaggio in cui, nell'intero Nuovo Testamento, "sembra attestata, in modo inequivocabile, una implicita credenza nella reincarnazione"... »
Gli ho allora detto: “e riguardo all'episodio di Nicodemo narrato sempre dall'evangelista Giovanni, lui cosa ha scritto?”...
Scorrendo rapidamente il capitolo, il mio interlocutore ha trovato questo passaggio:
« Anche l'episodio di Nicodemo è un “luogo classico” dell'interpretazione reincarnazionista – e poi, dopo la trascrizione del testo di Gv 3,1-10 (*vedi in fondo alla pagina) don Cantoni continua così – Non troviamo qui, nell'espressione “rinascere di nuovo” una esplicita indicazione della reincarnazione, e proprio sulle labbra di Gesù? Per giunta con un rimprovero al fariseo Nicodemo che, come rabbi in Israele, dovrebbe essere bene informato su queste cose. Il che lascia anche pensare a una dottrina da considerarsi come ovvia nell'ambiente dei farisei.
In questo caso può indurre in errore la traduzione della Volgata latina, seguita da tante traduzioni in volgare: renasci denuo, “rinascere di nuovo”, perché il testo greco comunemente accolto nelle edizioni critiche ha gennēthē ánōthen, “nasce dall'alto”... »
Quando il mio interlocutore è arrivato a leggere queste parole, l'ho interrotto per dirgli:
“Peccato che don Cantoni, scrivendo quest'ultima frase, dimostri di essere ignaro di ciò che è per esempio attestato anche dal celebre esegeta Rudolf Schnackenburg il quale, oltretutto, era cattolico proprio come lui.”
Per fargli capire a cosa mi riferissi, gli ho accennato ai contenuti della "nota esegetica su Gv 3,3-4" (nel mio blog “Sui sentieri del Vangelo di Giovanni”) in cui... facendo riferimento tra l'altro anche alla posizione di R.Schnackenburg... ho messo in evidenza come l'espressione greca “gennēthē ánōthen” usata dall'evangelista abbia come sua traduzione storicamente attestata, e logicamente corretta, proprio quel “nascere di nuovo” che molti studiosi oggi vorrebbero impropriamente escludere... compreso don Cantoni, che con la sua sopracitata considerazione cerca di cavarsela superficialmente a "buon mercato".
« Vede – gli ho poi aggiunto – se invece di far passare Nicodèmo come un uomo che grossolanamente fraintende le parole di Gesù... si dà credito all'evangelista che lo presenta come un nobile giudeo, Maestro di Israele... allora bisogna pensare che lui, esperto nelle Scritture, avesse una preparazione culturale sufficiente a fargli capire bene le parole che ascoltava. Da questa prospettiva, il fatto che lui reagisca a ciò che Gesù gli ha detto, rispondendo “Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?” è a dir poco significativo ».
Ho poi continuato il discorso sottolineando come i sostenitori dell'ipotesi dell'equivoco in cui sarebbe caduto Nicodèmo esprimano in realtà una loro soggettiva e opinabilissima posizione, perché invece... restando a ciò che l'evangelista ha scritto... la conclusione a cui si giunge è esattamente opposta: Nicodèmo ha reagito chiedendosi se un uomo "Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?" proprio perché Gesù aveva parlato della necessità di nascere "di nuovo".
Anche perché... come ho evidenziato nella mia nota esegetica sopra citata... il vocabolo greco ánōthen (traducibile sia “di nuovo” che “dall'alto”) usato dall'evangelista, non ha come corrispettivo un vocabolo che, nella lingua aramaica parlata da Gesù, potesse avere anch'esso questi due significati... per cui, anche da questo punto di vista, l'equivoco che molti vorrebbero sostenere manca in realtà del presupposto fondamentale... perché la parola aramaica equivocabile proprio non esiste.
E se di equivoco non ha senso parlare... allora le parole di Nicodèmo attestano che Gesù ha espresso proprio la necessità che un essere umano nasca “di nuovo”.
E' a questo concetto che Nicodemo reagisce ponendo una questione riguardo alla eventuale rinascita “dal grembo di una madre”... rispetto alla quale, è assolutamente significativo osservare come Gesù non smentisca questa possibilità, come invece avrebbe dovuto fare se avesse ritenuto assurda l'idea di reincarnazione contenuta nella domanda che gli era stata posta.
Il dialogo con il mio interlocutore di oggi si è concluso qui e, quando ci siamo salutati, lui mi ha detto che... ci avrebbe pensato sopra un po'.
Se volete, potete farlo anche voi, magari proprio andando a dare un'occhiata al brano “Il colloquio con Nicodemo” nel mio blog “Sui Sentieri del vangelo di Giovanni”.
(*Trascrizione del testo di Gv 3,1-10)
« Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei.
Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: "Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui".
Gli rispose Gesù: "In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce di nuovo, non può vedere il regno di Dio".
Gli disse Nicodèmo: "Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?".
Rispose Gesù: "In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio.
Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito.
Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere di nuovo.
Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito".
Gli replicò Nicodèmo: "Come può accadere questo?".
Gli rispose Gesù: "Tu sei maestro d'Israele e non conosci queste cose?»
Puntata successiva: A proposito di "Cristianesimo e reincarnazione"...
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