giovedì 26 novembre 2009

Questioni di virgole

"Chi crede in Cristo (,) sarà salvo"...
oppure: "Chi crede (,) in Cristo sarà salvo"?
Basta spostare la virgola perché due frasi così simili racchiudano in sé significati completamente diversi... come ha ben messo in luce Monsignor Luigi Bettazzi, Vescovo Emerito di Ivrea, in un suo libro pubblicato nel 2007 ("Chi crede, in Cristo sarà salvo", Cittadella Editrice - Assisi).
In riferimento ad un versetto del Vangelo di Giovanni - "chi crede (,) in lui sarà salvo", Gv 3,15 - monsignor Bettazzi sostiene che la salvezza è donata da Gesù Cristo ad ogni uomo che si apre al trascendente e spende se stesso al servizio dei fratelli, come si evince chiaramente da questo significativo brano del suo libro:
Chi esce da sé e si apre al mondo del trascendente è già sulla strada di Dio, anche se non giunge al Dio di Gesù Cristo, forse anche se non ha individuato Dio come termine del suo cammino. Il credere a un ideale, lo spendere per esso la vita anche col sacrificio di interessi immediati, il donarla per un mondo migliore di cui godano gli altri esseri umani, soprattutto quelli che si trovano più sacrificati e più emarginati, ebbene penso che questa sia la fede che salva.
In ambito cattolico questa linea di Monsignor Bettazzi non può che raccogliere reazioni controverse: "così si superano le contrapposizioni religiose figlie dell'intolleranza", dirà qualcuno... "no, ci si allontana dall'ortodossia cattolica", penseranno altri, che potranno accusare Monsignor Bettazzi di essere un Pastore che fa avvicinare i suoi lettori al "baratro" del relativismo.
Non a caso l'alto Prelato si preoccupa di non compromettere i suoi collaboratori, al punto da scrivere nell'introduzione che il suo libro...
E' stato poi sviluppato per la perseverante collaborazione di alcuni amici, ad esempio di d.R.P., in particolare per le acute osservazioni di d.P.A. (non li cito per esteso per non comprometterli, ma sono loro assai grato).
Certo... quando Monsignor Bettazzi afferma che la "fede che salva" non è una questione interna al Cattolicesimo, e poi sottolinea che l'Amore Divino può salvare anche chi "forse non ha individuato Dio come termine del suo cammino"... pone ogni suo lettore cattolico di fronte ad un dilemma: «devo ascoltare questo pensiero "fuori dalle righe" di Monsignor Bettazzi... oppure devo conformarmi alla dottrina ufficiale del Vaticano, che su questo tema dice cose ben differenti? ».
Non c'è dubbio che la seconda è la risposta di quanti vogliono essere coerenti con la loro fede cattolica.
Invece... la visione cristiana riassumibile nel “Chi crede, in Cristo sarà salvo” da sempre fa parte degli insegnamenti spirituali di Swami Roberto, e conseguentemente della consapevolezza spirituale dei fedeli cristiani-ramirici di Anima Universale.
Mi chiedo allora quale sia la logica secondo cui questo pensiero cristiano viene cattolicamente condannato se sostenuto da Anima Universale, e ammesso se scritto nel libro di un Vescovo cattolico.
Sarà mica che Mons. Bettazzi è diventato cristiano-ramirico, senza che nessuno in Vaticano... e neppure lui... se ne sia accorto?