lunedì 29 agosto 2011

Le domande di un giovane...

Qualche tempo fa ho incontrato un giovane che mi ha fatto alcune domande.
Ecco un riassunto della conversazione che ho avuto con lui:

«Ramia, ho cominciato a conoscere il vostro concetto di ecumenismo, rivolto ad abbracciare anche le chiese non cristiane, ma non capisco come sia possibile considerare ugualmente salvifiche delle “verità religiose” così profondamente diverse le une dalle altre.
Oltre alla sua specifica "Verità teologica", il nostro pensiero spirituale contempla un peculiare concetto di "verità interiore" che può anche costituire un autonomo cammino individuale di salvezza.
Infatti ogni essere umano, al di là della fede professata, può essere vero nella sua capacità di amare il prossimo e di vivere in rettitudine; è questo il piano sul quale le religioni che hanno un fondamento etico possono costituire le differenti vie di salvezza che i fedeli di estrazione culturale diversa possono parallelamente percorrere, convergendo gli uni come gli altri verso l'unico Punto di Luce: Dio.

Mi sembra che questo voglia dire che... far parte di una religione o di un'altra è lo stesso. Se la teologia è inutile, che differenza fa credere in un modo, oppure in un altro?
La teologia non è affatto inutile... tutt'altro!
In un certo senso, le differenti teologie sono come delle insegne che indicano la direzione, suggerendo la via di salvezza quale uscita dai limiti materiali di questa dimensione. Esse dunque indicano un percorso ed aiutano i viaggiatori dell'esistenza ad orientarsi, per non perdersi nella confusione del mondo.
Alcune vie costituiscono delle scorciatoie rispetto ad altre... ma l'errore fondamentale sarebbe quello di fermarsi a rimirare l'insegna, anziché percorrere la via che la stessa indica, compiendo passi concreti nella direzione del bene.
Oggigiorno molti purtroppo si preoccupano soltanto di proclamare al mondo che la loro insegna è l'unica giusta, l'unica vera, e per farlo stazionano lì sotto, inscenando guerre teologiche con chiunque capita a tiro.
Ma se ci si aggrappa all'insegna (per quanto giusta possa essere) evidentemente non si va da nessuna parte.
La teologia non si può sostituire all'Amore... mentre l'Amore può sopperire anche alle carenze della teologia... perché l'Amore è Dio... e Dio è Amore. Per conseguenza la salvezza non può essere patrimonio esclusivo di una religione.

In questo modo non si svilisce il ruolo della religione?
No, è esattamente il contrario! La si colloca là dove deve essere, riconoscendola quale strumento di aiuto per l'uomo che cerca di riscoprire Dio, ma non cadendo nell'errore di metterla al posto di Dio.
Va da sé che più lo strumento è valido, migliori possono essere i frutti prodotti dal suo utilizzo...
senza mai dimenticare che, al contempo, anche lo strumento più perfetto, se usato male, può fare gravi danni.

Però, implicitamente, lei ammette che nessuna religione, neanche la sua, possiede la verità.
No, non è così. E' ovvio che io, essendo sacerdote di Anima Universale, sono strumento di un pensiero spirituale che esprime una sua specifica visione della verità. Per me la Conoscenza ramirica è la Verità, l'unica, così come è ovvio che i sacerdoti delle altre religioni considerano verità la loro rispettiva fede.

Appunto: le religioni sono tanti vasi a sé stanti, che cozzano gli uni contro gli altri...
Non è questo il mio caso.
Poiché io, come Ramia, concepisco un concetto di salvezza non necessariamente legato alla verità teologica, non potrei mai utilizzare il mio pensiero spirituale come un'arma per convertire qualcuno, o per supportare guerre teologiche.
Il mio concetto di Verità salvifica è legato alla rettitudine, alla purezza, alla coerenza con cui si vive la propria vita spirituale, in relazione al proprio karma, che a sua volta è in relazione al proprio personale piano di evoluzione interiore.
Io penso che una persona che “possiede” intellettualmente la verità teologica, ma che non la vive trasformandola in verità interiore, non si salva... mentre può salvarsi una persona che... pur non possedendo la verità teologica e magari neanche credendo in Dio... vive la sua verità interiore e ama il suo prossimo.

Io temo che questo pensiero, pur apprezzabile, riduca le religioni ad essere delle pratiche cultuali diverse, e grossomodo equivalenti...
Se così fosse, lei dovrebbe poter ottenere le stesse risposte che io oggi le sto dando anche da un sacerdote di un'altra religione, quando invece il pensiero teologico di Anima Universale è peculiare, ed in quanto tale diverso dagli altri.
Io ho scelto di essere Ramia... e non Pastore anglicano, o Lama buddista, o Prete, o Rabbino... perché negli insegnamenti spirituali di Swami Roberto ho trovato la quadratura del cerchio: ho trovato la verità teologica che mi aiuta a vivere la mia verità interiore, e al contempo mi insegna a rispettare anche la verità interiore di chi la pensa diversamente da me, e quindi crede in una verità teologica diversa.
Per questo Anima Universale è la mia Chiesa, ed è la mia Verità... l'unica.


Rubrica:
"Le domande di..."

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