A volte, però, può anche succedere che questo rimedio si riveli peggiore del danno... e ciò accade quando la pausa si prolunga fino a trasformarsi in quella sorta di “letargo” in cui scivolano coloro che si consegnano all'inerzia e all'apatia, vivacchiando ai margini della propria esistenza.
Non a caso l'indolenza è l'anestetico più immediato per ottenere appunto l'in-dolentia, ovvero l'assenza di dolore, e così molti, per evitare di fare delle scelte errate, fanno la scelta peggiore, quella di non scegliere.
In questo modo, purtroppo per loro, si negano la possibilità di frequentare le lezioni che la vita incessantemente dà anche, se non soprattutto, attraverso gli errori commessi, che possono sempre essere preziose occasioni per imparare e ravvedersi.
E' assolutamente “vitale” non dimenticare mai che il cammino spirituale non ammette astensioni e l'unica scelta sterile è proprio quella di “non scegliere”, deplorevole caratteristica di quegli ignavi che, per dirla come Dante, sono peccatori “che mai non fur vivi”, e pertanto sono “indegni” anche dell'inferno.
"Nel mondo dell'azione ogni attività è vita, ma l'inazione è la morte.
Vi è il bene e il male, ma non c'è la via di mezzo.
Il parlare del giusto è “sì, sì; no, no” e non contempla il forse.
Gesù accoglie i peccatori e i saggi, MA RESPINGE I TIEPIDI.
Datti da fare!"
(Swami Roberto)