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domenica 6 aprile 2014

Ho conosciuto Swami Roberto quando era bambino

Tra le tante persone con le quali mi sono trovato a parlare di Swami Roberto c'è anche chi... come Tiziano Battistella... lo ha conosciuto oltre 40 anni fa.
Per conseguenza, quando lui racconta i ricordi della sua infanzia apre anche una finestra sull'infanzia del Maestro... e su questa finestra oggi potete affacciarvi anche voi grazie ad una chiacchierata che ho fatto con Tiziano alcuni giorni fa:

- Tiziano, quando hai incontrato per la prima volta Swami Roberto? 

Agli inizi degli anni  '70. Io avevo 9 anni e un giorno, entrando nella cucina di casa mia, vidi un bambino che teneva banco: era Roberto.
Inizialmente mi colpì il fatto che era lui, il più piccolo, che parlava... e i grandi erano tutti lì, attenti, che lo ascoltavano. C'erano mia mamma Gianna e mia sorella Daniela, insieme ad un'amica di mia sorella che aveva il fidanzato in America. Sentii Roberto che le diceva: «Il tuo fidanzato ha una malformazione ad un orecchio», e si toccava anche lui l'orecchio per indicare il problema.
Lei disse subito: «Sì, sì! Infatti i suoi amici lo prendono in giro per questo difetto!».
Poi Roberto aggiunse altri particolari, e la ragazza li confermò uno ad uno restando alla fine senza parole per lo stupore.
Roberto parlava in modo semplice, che anch'io potevo capire cosa diceva... ma diceva cose che io non capivo da dove le tirava fuori... che pareva che sapesse ogni cosa di quella persona che viveva dall'altra parte dell'oceano.
Quando penso al giorno in cui Roberto entrò nella mia vita... a me vengono in mente le facce sbalordite degli adulti che erano in quella stanza.

- Cosa pensasti di lui in quei primi momenti?

Ovviamente, restai impietrito. D'un tratto, era come se avessi incontrato per davvero uno di quei personaggi con i superpoteri che si vedono nei film di fantascienza alla televisione.
Lui era completamente diverso da tutti gli altri miei compagni di giochi. Aveva più o meno la mia età, ma a me sembrava proprio... come dire... un alieno... qualcuno al di fuori del mondo che vivevo io!
Un po' tutto quello che lui faceva, d'improvviso, poteva diventare straordinario, tant'è vero che nella zona dove abitavo si sparse velocemente la “fama” del piccolo Roberto che dimostrava di sapere “vita, morte e miracoli” delle persone che andavano ad incontrarlo... e dava loro dei consigli... o magari gli diceva in anticipo delle cose che sarebbero successe, e che poi accadevano.
Il risultato immediato fu che, quando c'era lui, casa mia divenne un porto di mare per tanta gente che voleva chiedergli delle cose... e che poi restava esterrefatta di fronte alle sue risposte. C'era anche una "processione" di suore e preti che, in forma privata, volevano incontrarlo per chiedergli consiglio sui loro problemi personali... e poi, io vedevo che sarebbero stati lì ore ed ore ad ascoltarlo mentre lui parlava delle cose di Dio.
Spesso capitava anche a me di restare a bocca aperta, per esempio quando passavo un giorno intero assieme a lui che sembrava quasi un bambino “normale”... e poi, di colpo, lo vedevo cambiare, diventava come uno di settant'anni, con una saggezza incredibile.
Col senno di poi, ho anche capito che verso di me e verso alcuni altri miei coetanei compagni di giochi, lui era come se frenasse alcuni suoi modi di essere, perché teneva conto che noi eravamo dei bambini... e non voleva trascinarci troppo presto nel mondo degli adulti.
Poi, col passare degli anni, cominciavo anche a scoprire il perché di molte cose che Roberto mi aveva detto... alle quali io subito non avevo dato importanza, ma che poi mi ritornavano alla memoria, e allora mi dicevo: “Guarda, Roberto mi aveva detto quella cosa là, e non avevo capito niente! Solo adesso riesco a capire il perché”.
Altre volte, mi divertivo un sacco a vederlo in azione...
Per esempio, adesso mi viene in mente un signore che si lamentava continuamente di un dolore al ginocchio. Un giorno si decise a parlarne con Roberto, che all'inizio non sembrava dargli tanto peso... ma poi, mentre lui stava chiacchierando con i miei genitori, accadde che Roberto, seduto accanto a me sul divano dall'altra parte della stanza, puntò la sua mano verso il ginocchio dolorante.
D'un tratto quel signore si fermò e disse “Ho caldo al ginocchio...” e, girandosi verso di noi, vide Roberto che stava là con la mano puntata verso il suo ginocchio.
“Roberto! - disse a voce alta – allora sei tu”...
Lui sentiva un calore enorme anche se Roberto era a più di 6 metri di distanza e, oltretutto, il calore l'aveva sentito prima di accorgersi di quello che stava facendo Roberto, per cui non si può neanche dire che fosse condizionato...
Quel che è certo, è che il male al ginocchio gli sparì.

- Riguardo alle cose che subito non riuscivi a capire, te ne ricordi qualcuna?

Beh... al suo corpo succedevano delle cose... che non so come definirle.
Spesso lo vedevo soffrire molto, ma non capivo le cause.
Molti sanno delle stigmate... ma pochi sanno quante altre sofferenze doveva subire, soprattutto durante le settimane che precedevano la Pasqua.
Per fare un esempio, vi parlo di una cosa che succedeva spesso quando Roberto veniva nel Veneto e dormivamo assieme a casa mia... o anche quando ero io che andavo a Torino a trovarlo: alla notte si verificavano “fatti” di violenza terribile contro il suo corpo che, se fossero stati filmati, avrebbero ridicolizzato i più grandi film horror.
Accadeva che, all'improvviso, non so da dove, gli arrivavano addosso grandinate di schiaffi, pugni, calci, sputi invisibili... che continuavano finché Roberto sveniva dal dolore... e poi, quando si riprendeva, a volte cominciavano di nuovo.
Per esempio... una notte mi sveglio sentendo Roberto che, dal letto accanto al mio, dice: “ho sete... ho sete di anime”...
Io subito non capisco bene cosa voglia dire e, un po' ingenuamente, pensando che magari possa veramente avere sete di acqua, mi alzo e vado a riempirne un bicchiere, per dargliene un po'.
Torno e mi avvicino a lui, lo sollevo a peso morto e lo metto seduto sul letto... ma non appena prendo il bicchiere che avevo appoggiato sul comodino e lo accosto alla sua bocca per farlo bere... arriva uno schiaffo fortissimo... e il bicchiere va a sbattere sul muro per poi cadere in frantumi.
Poi arriva un'altra sberla terribile sul viso di Roberto: sento lo schiocco... e contemporaneamente vedo la sua testa che gira violentemente all'indietro... e io rischio l'infarto!

- E la mano che dava quegli schiaffi, tu non la vedevi...

Esatto. Ogni volta che succedevano queste cose, io sentivo come delle raffiche di colpi... delle vere e proprie mitragliate di pugni... ta ta ta ta ta... e poi calci...
Sentivo i rumori e vedevo il corpo di Roberto subire le percosse... ma non vedevo chi stava dando quei colpi. Di certo, erano situazioni agghiaccianti, che mi facevano tremare le gambe dallo spavento... ma soprattutto, non sapevo come facesse Roberto a sopportare una violenza simile contro di lui.
Invece, lui riusciva anche a preoccuparsi per me e, vedendomi terrorizzato, spesso mi tranquillizzava e, con appena un filo di voce, mi diceva: “stai tranquillo Tiziano, a te il demonio non farà niente... tu non gli interessi!”.
Quelle sue parole mi sollevavano un po' il cuore ma, certo, in quei momenti io non riuscivo proprio a stare tranquillo.

- Beh, non credo che altri ci sarebbero riusciti al tuo posto. Ma tu, ti eri dato una spiegazione di quei fatti?

Da solo no di certo! Fin dalla prima volta che avevo assistito a uno di questi “bombardamenti” notturni, avevo chiesto a Roberto: “Ma perché succede tutto questo? Perché gli permetti di picchiarti in questo modo, fino allo svenimento? Non puoi fare qualcosa?”
Lui mi aveva risposto che quegli attacchi erano un tentativo del demonio di farlo desistere dalla sua missione... e poi, mi disse anche che quelle sofferenze aggiuntive che lui si trovava a sopportare, in realtà potevano essere trasformate a fin di bene. Mi ricordo come fosse adesso la dolcezza del suo volto quando mi disse: “sai, Tiziano, questa sofferenza permette di salvare tante anime in più”.

- Per quanto tempo durò questa situazione?

Per parecchi anni. Poi, quando mi accorsi che queste manifestazioni di violenza cessarono, io ne chiesi il motivo a Roberto, e mi ricordo che lui mi raccontò la minaccia che il demonio gli aveva rivolto: “Al tuo corpo ormai non posso più fare niente, ma ricordati che da oggi in poi metterò contro di te molte persone!”
In quel periodo stavano uscendo tanti bellissimi articoli su Roberto, su numerosi quotidiani e settimanali nazionali ed esteri, tanto che ormai lui era conosciutissimo, e molti già lo acclamavano come il nuovo Padre Pio...
Da tutte le parti, arrivavano a casa sua tantissime persone che volevano incontrarlo, ed il numero di quelle che lo seguivano nei suoi incontri di preghiera aumentava velocemente. Ma, ad un certo punto mi resi conto che quella minaccia divenne realtà: tutto ad un tratto "qualcuno" di molto molto potente... religiosamente e ancor di più politicamente... decise che Roberto non andava bene, che bisognava bloccarlo in tutti i modi e con qualsiasi mezzo... e così, terminata la parentesi di quella che fino ad allora era stata la “via crucis” vissuta sul suo corpo, Roberto dovette iniziare a vivere la sua “via crucis” mediatica fatta di tanti articoli di stampa scritti ad arte per screditarlo.

- Questo, purtroppo, lo sappiamo bene. Torniamo comunque a te... e specificamente alla parte della tua giovinezza che hai trascorso vicino a Roberto. Ti viene in mente qualcos'altro di quel periodo?

Mi ricordo che il demonio, oltre che a prendersela con il suo corpo, cercava anche di fargli ogni tipo di dispetti. Per esempio, quando era ancora a Torino-Sassi, intorno al 1982-1983, Roberto dormiva nella canonica della Chiesa, nella quale fra l'altro aveva dormito anche Don Bosco.
Roberto a volte andava a dormire nell'ultima stanzetta, in fondo al corridoio, che era la più piccola.
Aveva tanti angioletti appesi al muro, ed era proprio bella... bellissima... con una finestrina che dava sulla Chiesa.
Una volta che ci andai anch'io, vidi che i lampadari in ottone del corridoio erano tutti aggrovigliati...

- So che in quegli anni c'era il professor Zeglio che studiava accuratamente questi ed altri fenomeni, senza peraltro riuscire a spiegare quei fatti che evidentemente erano oltre la portata della scienza.

Sì, anch'io ho conosciuto il professor Zeglio, e spesso lui mi chiedeva di parlargli delle mie esperienze con Roberto...
Comunque, riguardo a questo... cioè al fatto che la scienza non ci ha mai capito un granché di Roberto, in tutti questi anni io posso dire di essere un testimone privilegiato anche per quello che mi è personalmente capitato, sul piano della mia salute.
Per esempio, io non potrò mai dimenticare quel giorno in cui Carol Wojtyla divenne Papa...
Dopo che avevo passato un'intera settimana all'ospedale di Asolo, con la febbre altissima che oscillava tra i 40 ed i 42°, ed in qualche momento andava addirittura oltre, i medici non sapevano più che pesci pigliare.
Non riuscivano ad abbassarmi la febbre, e non capivano neanche a cosa fosse dovuta.
I miei familiari erano ormai in preda alla disperazione, perché io ero ridotto ad uno straccio... e non c'era alcuna diagnosi che potesse fare capire a cosa potevo andare incontro.
Mia madre allora andò personalmente da Roberto per chiedergli di aiutarmi.
Lui prese una bottiglietta, la riempì con l'acqua del rubinetto e, dopo avergli imposto le mani, gli disse di portarmela e di farmela bere il prima possibile.
Quando mia madre tornò da me in ospedale, io ero in preda al delirio e praticamente non mi rendevo neanche conto di chi fosse. Lei avvicinò la bottiglietta alla mia bocca e mi fece bere l'acqua a piccoli sorsi, dicendomi che era stato proprio Roberto a darmela perché  la bevessi...
Dopo una ventina di minuti... la febbre era scomparsa e i medici, sbigottiti, non si capacitavano di cosa fosse successo.
Oltretutto, quella non è stata neanche l'ultima volta che io ho vissuto una situazione del genere...
Circa un paio di anni fa,  mentre stavo guidando ho avvertito un dolore al fianco destro che nel giro di dieci minuti è diventato insopportabile. Appena appena sono riuscito a tornare a casa da Sonia, perché sudavo freddo e quasi svenivo dalle fitte lancinanti, al punto che mi son detto: “stavolta muoio”.
In quel momento, ho pensato a Swami Roberto e con tutto me stesso gli ho chiesto di aiutarmi, perché proprio non ce la facevo più.
Pochi secondi dopo, ho cominciato a respirare un po' meglio... e ho percepito “qualcosa” che le mie parole non riescono a spiegare, ma che era chiaramente la “Sua” presenza... che aveva immediatamente risposto alla mia chiamata.
A distanza di pochi minuti... io ormai non sento più alcun dolore e, se fosse per me, chiuderei lì la questione nella certezza che ci ha pensato Roberto a risolvere il mio problema ma... vista l'insistenza di Sonia... alla fine mi faccio accompagnare da lei al Pronto Soccorso per farmi visitare.
Descrivo l'accaduto al medico, e subito lui mi manda a fare una ecografia all'addome, dalla quale risulta che ho numerosi calcoli alla cistifellea e anche uno o due al fegato.
Dopo aver mostrato la lastra anche all'infermiera, indicandole con la mano la posizione dei calcoli, il medico mi spedisce al reparto radiologia, per un'ecografia più approfondita che dia un riscontro del numero esatto dei calcoli...
Arriva il responso radiologico: dei calcoli non c'era più nessuna traccia, a distanza soltanto di un'ora dall'esame del pronto soccorso! Allora dico alla dottoressa: “Ma guardi che il suo collega al Pronto soccorso li ha visti chiaramente!”...
Lei mi visita di nuovo, e alla fine mi dice: “Signor Battistella, lei non ha nessun calcolo”.
Torno indietro al Pronto soccorso, e riferisco l'accaduto al medico che mi ha visitato all'inizio: “Ma come!!! Si sono smaterializzati sti calcoli?”... esclama con la sorpresa dipinta nel volto.
Eh sì... quando c'è Roberto "nei paraggi"... quell'espressione nel volto delle persone io la conosco proprio bene!