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venerdì 16 gennaio 2015

Blasfemia "travestita"

« La blasfemia è necessaria per chi vuole convincersi che tutto è "vuoto". »
     (Swami Roberto)

Ciò che più mi ha colpito alla prima lettura di questa frase di Swami, è la parola "necessaria"... riferita ad un atto riprovevole qual è la "blasfemia", ovvero l'attacco dissacratorio verso Dio e la religione.
Se infatti l'abitudine a praticare la blasfemia è talmente diffusa che non ci si può stupire di incontrarla un po' ovunque, ed in svariate forme... l'idea che per qualcuno si tratti di una pratica addirittura "necessaria" mi ha spinto a riflettere in particolare sulle ultime parole di Swami: "per chi vuole convincersi che tutto è vuoto".
Ho allora iniziato a pensare a quanti si trovano nella triste condizione di sperimentare questo vuoto "totalizzante" nella loro esistenza, perché pensano che non ci sia nulla che va aldilà della propria vita biologica, con i suoi bisogni esclusivamente materiali...
Poi, mi son detto che... in effetti... un modo che queste persone possono trovare per "convincersi" che questo loro "vuoto" sia l'unica vera realtà, è quello di screditare la "pienezza" che altri professano di aver trovato, individuando così in Dio e nella religione uno dei primi obiettivi da profanare.

Però, il campo di azione della blasfemia non si esaurisce di certo qui e, pungolato dalle parole di Swami, io oggi penso anche al fatto che, paradossalmente, la blasfemia è spesso "adottata" da coloro che per definizione dovrebbero esserne le vittime, e che invece ne fanno a loro volta un uso meschino.
Mi riferisco a quei rappresentanti religiosi che da un lato issano il Sacro a "bandiera" della propria vita... e poi non si fanno il minimo problema ad esprimere parole ed azioni blasfeme nei confronti del Sacro altrui, cioè della fede di quei credenti che appartengono ad una religione diversa dalla loro.
Visto che "l'albero si vede dai frutti"... anche queste folte schiere di religiosi integralisti ed intolleranti dimostrano che il "dio" in cui dicono di credere, è invece il "vuoto" della loro fede... che si rivela falsa nel momento in cui non contempla l'amore del prossimo e dunque il rispetto della diversità.
E' questo il caso in cui la "blasfemia", travestita da "convinzione religiosa", trova il modo per diffondere la cultura della discriminazione... ahimè... “in nome di Dio”.

Non si confonda il fumo dell'incenso tanto gradito al Padre con il fumo della subdola dittatura che si diffonde nell'aria
                  (Swami Roberto)

In fondo... la necessità di dissacrare i valori altrui è la prova della debolezza di chi non conosce altro modo per cercare di imporre le sue "perdenti" convinzioni.
Al contrario... non hanno nessuna necessità di essere blasfemi né quei credenti che sono veramente forti nella loro fede... né quei non-credenti che, in nome di valori laici quali la libertà, l'uguaglianza e la fraternità... coltivano le loro convinzioni senza nessun “bisogno” di mancare di rispetto ai valori... religiosi o non religiosi... in cui altre persone credono.



P.S. - A proposito di questo argomento, ieri ramia Riccardo ha pubblicato sul suo sito facebook un post che "casca a fagiolo": 





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