Com'è noto, una delle "vette" più straordinarie della fede cristiana è sintetizzata dall'espressione “Dio è amore” (1Gv 4,8)... ovvero dalla consapevolezza che Lui non rimane irraggiungibile in una austera trascendenza, ma entra pienamente nelle vicende umane attraverso l'incarnazione di Cristo.
Un po' come l'amore umano... che non sarebbe percepito in mancanza di parole, gesti e fatti concreti che lo manifestano... così anche l'Amore di Dio assume forma concreta nell'incarnazione divina, affinché l'umanità possa vedere la sua Epifania.
Con i Re Magi che "viaggiano" nella mia mente, proprio l'idea della visibilità dell'Amore divino mi fa oggi ricordare la radice sanscrita drś (che significa “visione”) seguendo la quale, mi trovo anch'io a percorrere una via che da Oriente porta in Occidente:
Ritrovo infatti questa radice drś sia nel vocabolo darshan con cui la tradizione religiosa orientale identifica la "visione del divino"... sia nel verbo ebraico drsh, che significa «interpretare, spiegare le Scritture bibliche»... consentendo, a quanti sanno ascoltare, di "vedere" il significato custodito in profondità.
Nel cuore della tradizione biblica trovo dunque la "visione divina" propria dell'Occidente, là dove si trova il Darshan di Swami, celebrato nella "Grotta" della mia Chiesa, Anima Universale.
Per arrivare a questa “Grotta”... alla maniera dei Re Magi anch'io ho dovuto imparare a tenere "un occhio alla strada ed uno alla stella", adottando quella "visione a grandangolo" che gli integralisti della fede e gli estremisti della ragione respingono come se fosse una forma di "strabismo".
Grazie al pensiero spirituale cristiano-ramirico, io invece ho fatto mia questa visione capace di conciliare ragione e fede... e così sono arrivato a destinazione, là dove oggi posso contemplare l'Epifania della Divina Conoscenza che mi nutre con il Sacramento della Parola di Dio.
Buona Epifania... a chi ha orecchie per intendere e occhi per vedere.
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