A distanza di qualche giorno dalla prima rapida lettura dell'Enciclica "ecologica" di Papa Bergoglio, i miei “pensieri a caldo” hanno avuto il tempo di raffreddarsi
ma non del tutto... visto che mi hanno lasciato in eredità una sorta di "riverbero" francescano, favorito anche dalla venuta del Papa nella città di Torino.
La sua presenza, a pochi chilometri dal mio monastero, ha infatti riportato nei miei pensieri la sua lettera pastorale e... pur se rimane intatto il mio proposito di non entrare nel suo merito prettamente “confessionale”, che ovviamente attiene ai fedeli cattolici che seguono il loro Pastore... io oggi ripenso a Francesco di Assisi e, in particolare, ai passaggi nei quali il Papa lo definisce un “cuore universale” presentandolo giustamente come un modello da seguire... e non soltanto dal punto di vista ecologico.« Quando il cuore è veramente aperto a una comunione universale, niente e nessuno è escluso da tale fraternità » scrive il Papa, ed è in particolare questo suo riferimento ad interpellarmi oggi in modo del tutto speciale, facendomi pensare che nello spirito di San Francesco... che non faceva distinzioni tra creature di serie A e di serie B e viveva nello spirito di fratellanza con i fiori, gli animali e tutto il creato... non poteva di certo esserci spazio per qualunque cosa mettesse un freno a questa sua universalità, men che meno... ovviamente... nei confronti delle persone di altra cultura e fede religiosa.
A confermare questa mia convinzione sono peraltro le stesse parole del Papa, il quale osserva come “« Si avverte a volte l’ossessione di negare alla persona umana qualsiasi preminenza, e si porta avanti una lotta per le altre specie che non mettiamo in atto per difendere la pari dignità tra gli esseri umani. »...
Nel sottoscrivere a mia volta questa affermazione... che sottolinea il principio di un amore per la natura che non può ovviamente essere disgiunto dall'amore per gli esseri umani i quali, anzi, devono essere messi al primo posto... si rinforza in me un interrogativo che mi accompagna peraltro da parecchio tempo, e al quale non smetto di sperare di poter dare un giorno risposta.
Io mi chiedo fino a che punto l'invito del Papa all'unione di intenti focalizzato sul campo fondamentale dell'ecologia, per tutelare la “casa comune” di tutta l'umanità... sia un invito che si traduce anche in una nuova “apertura” della Chiesa cattolica verso le altre religioni che abitano in questa stessa “casa comune”.
In altri termini, io mi chiedo se all'invito ad imitare la divina sensibilità del “cuore universale” di Francesco di Assisi, che chiamava "fratello e sorella" tutte le creature... corrispondano poi dei concreti passi cattolici anche verso l'imitazione della sua “anima universale” che, ne sono certo, tra i fratelli e le sorelle non poteva non includere anche le “creature" costituite dai fedeli appartenenti alle religioni diverse dalla sua.
In realtà... ahimè... proprio riguardo a questo particolare aspetto la mia personale esperienza mi ha fornito svariati "segnali" provenienti dal mondo cattolico che, almeno fino ad oggi, nei confronti della mia Chiesa vanno in ben altra direzione rispetto alla fratellanza senza limiti e confini vissuta e insegnata da San Francesco:
E' come se, per certi “alti prelati”, tra tutte le creature che insieme lodano Dio, non ci possano stare le "creature" costituite dai fedeli cristiani-ramirici.
Però, visto che “finché c'è vita c'è speranza”, a me piace pensare... perché no... che il vento dello spirito francescano possa prima o poi soffiare e fare breccia in questi cuori poco “universali”, anche se... per incrinare la rigidità di certe posizioni... più che dei “soffi” servirebbero delle robuste ed insistite “folate di vento”... soprattutto di carità cristiana e di buon senso.
In ogni caso, dal momento che lo spirito francescano non è un qualcosa che si possa ereditare per diritto acquisito, ma una divina sensibilità che appartiene a chiunque segua per davvero l'esempio dell'immenso Francesco di Assisi, io sono contento di poter cercare ogni giorno di vivere nel concreto questa divina realtà, grazie al messaggio “cristiano-francescano” che ho trovato ed abbracciato nella mia Chiesa Anima Universale.
« Fratello Francesco è vissuto per aiutare i poveri, soprattutto i poveri di Conoscenza spirituale.
Con la sua vita, come Madre Teresa di Calcutta, ha testimoniato che per Dio non vi è differenza se un povero è musulmano, cristiano o buddhista…
Un povero è sempre un povero, un uomo è sempre un uomo.
In qualunque luogo della terra si trovi, Dio abita in lui.
Tutti siamo chiamati all'Amore, indi alla fratellanza.
(Swami Roberto)