Per farlo... ho iniziato dal "ripassare" con lui il punto di vista dell'Induismo, nel quale il termine Darshan deriva dalla radice sanscrita drś, che significa "vedere" ma che, per esempio, da' origine anche all'aggettivo Darśana, che significa... "che espone", "che mostra", "che sa", "che insegna", "che rivela"...
Questa accezione "didattica" che la radice sanscrita drś prende nel vocabolo darśana... è di fatto corrispondente ad uno dei significati dell'assonante verbo ebraico drsh, che significa "interpretare, spiegare la Scrittura" e dunque indica l'azione del Rabbi che conduce il discepolo a riflettere sui contenuti del Testo Sacro.
Così, in quell'occasione ho spiegato al mio interlocutore come sia in questo contesto concettuale che si trova il termine ebraico Darshan (Darosha nella lingua aramaica) che è usato nell'Ebraismo per indicare l'azione del Rabbi che conduce il discepolo a riflettere sui contenuti del Testo Sacro... e che è collegato anche ad altri vocaboli.

Ecco... il Darshan celebrato in Anima Universale si ricollega a questo "ventaglio" di significati... che scaturisce dalla ricchezza semantica della radice ebraica drsh... che a sua volta "riecheggia" nell'assonante radice sanscrita drś.