giovedì 25 febbraio 2016

"Olio" da accendere

Dalla tradizione ebraica dei Chassidim, mi sono oggi annotato un passaggio dove un'antica disposizione liturgica della Torah...
« olio puro di olive schiacciate per il candelabro, per tener sempre accesa una lampada » (Es.27, 20)... viene così commentata:
« Bisogna essere schiacciati e infranti, ma non per giacere per terra, bensì per far luce! »
(Rabbí Moshe di Kosnitz).
Questa lettura metaforica mi fa pensare a come... pur se nessuno lo vorrebbe... tutti prima o poi possano trovarsi nella condizione di essere “pressati” e finanche  “frantumati” dalle vicende della propria esistenza.
Eppure, anche se il “sapore” di queste esperienze è umanamente amarissimo, si tratta in realtà delle prove karmiche che costituiscono il “frantoio” dal quale può uscire quell' “olio puro” che è poi il "combustibile" che permette di fare spiritualmente “luce”.

Affinché ciò si verifichi, non bisogna però imputare a Dio di essere il colpevole della "pressatura" che si é subita.

Bisogna invece saper compiere il fondamentale passo interiore di offrire a Lui... accendendolo con la fiamma della fede... l' "olio" risultante dalle proprie esperienze esistenziali.





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